500 mila euro per formare 40 nuovi maestri d’ascia e rilanciare, anche in chiave più moderna e creativa il gozzo cariatese, che sicuramente si può candidare a rientrare tra i marcatori identitari distintivi della Calabria Straordinaria. L’unica strada da percorrere per competere con il resto del mondo ed emergere rispetto alle cartoline che ci rendono identici ad altre località nella penisola che come noi hanno il mare, la montagna e le colline, era e resta quella dell’identità.
È quanto ha dichiarato l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Turismo e Internazionalizzazione, Fausto Orsomarso intervenendo ieri (venerdì 17) insieme al Sindaco Filomena Greco alla presentazione del progetto finanziato dalla Regione Calabria.
Il Primo Cittadino ha ribadito la soddisfazione e la riconoscenza per l’attenzione destinata a questo percorso di valorizzazione, promozione e rilancio manageriale di uno dei patrimoni identitari più importanti e qualificanti di questo territorio, traccia di un’eredità culturale ed artigianale che ha tutte le carte in regola per collocarsi al centro di un una visione di crescita eco-sostenibile.
Accolto con grande entusiasmo, l’obiettivo del progetto è quello della valorizzare e della formazione connessa alla realizzazione del gozzo da pesca della tradizione nautica cariatese, tra le poche esperienze che resistono ancora nel Mezzogiorno. Il nuovo prototipo si chiamerà Mastro, in onore, per l’appunto, dell’antico mestiere del mastro d’ascia.
La costruzione delle barche – ha detto Damiano Montesanto, già sindaco di Cariati, in rappresentanza dell’associazione Otto Torri sullo Jonio – è fondamentale perché ci riporta alla nostra storia. Non vogliamo esserne prigionieri, ma da qui vogliamo ripartire per conquistarci un posto in un mondo che vuole omologare tutto. Si emerge con l’identità. La costruzione delle barche come la lavorazione della creta e la tessitura delle coperte per le passate generazioni di uomini e donne ha rappresentato uno degli immancabili momenti della formazione. Tutti – ha sottolineato – siamo stati discepoli, ad un certo punto, del mastro o della mastra. Questo dei maestri d’ascia non è un corso come un altro. A differenza dei corsi di parrucchiera ed estetista che oggi proliferano in ogni angolo del mondo, questo progetto rappresenta la vera strada per lo sviluppo di attività produttive.
All’incontro sono intervenuti anche Luigi Montesanto in rappresentanza dell’omonimo Cantiere navale che ha consegnato all’Assessore una maglietta e Natale Monti, nipote del primo maestro d’ascia giunto a Cariati nel 1920 dalla costiera amalfitana, invitato da uno dei pescatori della marineria locale, Leonardo Montesanto, per costruire delle imbarcazioni. Qui rimase per oltre 40 anni, affidando l’attività ai figli Vincenzo e Cataldo, mastri degli attuali maestri d’ascia Montesanto che da allora hanno sviluppato e consolidato una declinazione distintiva del gozzo cariatese.
Nella sala allestita con coperte realizzate al telaio e con gli arnesi utilizzati dai maestri d’ascia per forgiare le barche era esposta anche una particolare poltrona, moderna e di design, ottenuta dalla rifunzionalizzazione di una carriola. Il risultato: una poltrona che all’occorrenza può essere spostata anche con la persona seduta. È servita a dimostrare agli artisti e designer Maurizio Orrico e Enrica Vulcano il lavoro che si intende fare con il gozzo cariatese: rispettarne l’identità, ricercando una rifunzionalizzazione e lettura in chiave creativa.