Sparatoria a Trieste

0
352

“Non ci sarà una nuova perizia su Meran, ma noi siamo fiduciosi, comunque, che qualcosa possa cambiare e che le famiglie dei Poliziotti assassinati possano sentire che il peso della loro perdita merita con riconoscimento della brutalità dei delitti commessi. Come era doveroso che fossimo presenti al giudizio di primo grado, così dovevamo essere qui, in appello, per seguire fino in fondo il procedimento giudiziario che dovrebbe ‘fare giustizia’ per la tragica morte di due Servitori dello Stato fedeli ed esemplari, spazzati via dalla vita solo per aver fatto il proprio Dovere. E questo giudizio di secondo grado è iniziato in maniera ancor più ‘pesante’, perché ci ha inondato un enorme disagio nel sentire che la difesa dell’imputato ha puntato molto sul denunciare il ‘grande dolore’ provato da Meran in tutta questa terribile vicenda. Non mettiamo certamente in dubbio il fatto che quell’uomo abbia provato e provi dolore ma di fronte alla disperata sofferenza del lutto di due famiglie distrutte dai suoi gesti questo ci sembra ‘leggermente’ inferiore, tanto per usare un eufemismo. Il rispetto delle Vittime, dei loro Familiari, del Corpo della Polizia di Stato e di tutto il Paese, avrebbe forse suggerito un profilo un po’ più basso rispetto alle difficoltà dell’imputato… Noi siamo qui perché le Vittime hanno sempre bisogno di essere difese in quanto, purtroppo, non ci pare che vengano mai al primo posto e non potevamo che rilevare questa cosa. Matteo e Pierluigi rappresentano, oggi, tutte le Vittime del Dovere”.
Così Mirko Schio, Presidente dell’Associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere), presente oggi in aula al processo d’appello a carico di Alejandro Augusto Stephan Meran, cittadino dominicano accusato dell’uccisione dei due Agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta e del grave ferimento del Sovrintendente Cristiano Resmini durante la sparatoria avvenuta il 4 ottobre 2019 in Questura a Trieste. L’Associazione, che partecipa in qualità di parte civile, è rappresentata dagli avvocati Valter Biscotti e Ilaria Pignattini, schierati a sostenerne le ragioni assieme al consulente di parte, il dottor Luigi Lucchetti.
In primo grado Meran era stato assolto in quanto ritenuto non imputabile per incapacità di intendere e volere ed era stata applicata una misura di sicurezza detentiva del ricovero in una Rems per la durata minima di 30 anni, e oggi il pg Carlo Maria Zampi ha chiesto alla Corte d’Assise d’Appello “una nuova perizia accurata, affidata a un collegio di almeno tre persone, estranee all’ambiente psichiatrico triestino e a certi condizionamenti con prevenzioni ideologiche. Non c’è da discutere se Meran è l’autore o no della sparatoria – ha spiegato Zampi – ma se deve o no essere punito. Si deve decidere se le precedenti perizie sono esaustive o se sia necessario e indefettibile assegnare un nuovo incarico”.
La Corte, alla fine, ha respinto la richiesta di una nuova perizia e ha rinviato al 28 aprile per le discussioni finali e la sentenza.
“Noi ci saremo” conclude Schio.

Articolo precedenteCia Calabria Nord organizza seminario su Nuova programmazione PAC 2023-2027
Prossimo articoloCROLLO COSTONE RUPE, PRIORITÀ MESSA IN SICUREZZA

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here