Nell’ultimo anno la «società benefit» Ener2Crowd ha toccato i suoi massimi di sempre: oltre 23 milioni di euro di fondi raccolti (di cui oltre 10 milioni negli ultimi 12 mesi), più di 110 progetti finanziati (di cui 48 negli ultimi 12 mesi), 12 mila GreenVestor che si sono registrati sulla piattaforma, entrando così a far parte della community, 7,8% di rendimento lordo medio e —soprattutto— la certezza che ogni euro investito contribuisce ad evitare 0,4 chilogrammi di emissioni di CO2.
Il bilancio è positivo oltre ogni più rosea previsione. Ma nel tirare le somme Ener2Crowd.com —piattaforma ed app numero uno in Italia per gli investimenti green— ha voluto indagare su quella piccola fetta di utenti che fanno parte della comunity ma che ancora non sono “passati all’azione”.
«L’obiettivo è quello di capire quali siano le reali motivazioni che hanno spinto alcuni di loro a registrarsi su una piattaforma di investimenti digitali certificata ESG e quali siano le principali barriere che hanno portato a non completare subito un investimento» spiega Giorgio Mottironi, CSO e co-fondatore di Ener2Crowd.
Il sondaggio è stato realizzato in modalità Computer-Assisted Telephone Interviewing (CATI) su un campione di 1.000 individui di entrambi i sessi con un portafoglio di investimento attivo ma senza ancora alcuna operazione effettuata, di cui il 56% di soggetti “adulti” di 35 anni ed oltre (35+) ed il 44% di soggetti “giovani” under-35.
«I dati raccolti hanno messo in evidenza che l’interesse per i temi della sostenibilità (48% delle risposte) è il principale driver dell’avvicinamento a soluzioni di investimento green, seguito dalla pura e semplice curiosità di conoscere nuovi strumenti (23%) ed —al terzo posto— dalla voglia di fare la differenza (11%). Non troppo staccata, con il 10%, vi è poi anche la risposta di essere stati consigliati da amici o conoscenti che già hanno fatto questa esperienza» sintetizza Giorgio Mottironi, CSO e co-fondatore della società benefit Ener2Crowd, Chief Analyst del GreenVestingForum, il forum della finanza alternativa verde, nonché Special Assistant to the Secretary-General for Environmental and Scientific Affairs dell’Organizzazione Mondiale per le Relazioni Internazionali (WOIR).
«Il tema della sostenibilità —prosegue Giorgio Mottironi— sembra però riscontrare un maggiore successo e riscontro tra gli adulti con il 50% dei casi, contro il 40% dei più giovani. In campo finanziario, sembrerebbe insomma che gli adulti siano più attenti agli aspetti ESG, testimoniando come nell’altro gruppo sia forse meno chiaro il ruolo e la forza che una finanza sostenibile di matrice sociale possa avere nel supportare la transizione energetica e nel combattere il cambiamento climatico».
Snocciolando bene i dati, il 23% del campione intervistato da Ener2Crowd.com dichiara poi di non avere ancora trovato l’opportunità in grado di soddisfare il loro appetito di investimento per via dei tassi offerti (che nel caso di prodotti ESG si attestano attorno al 7% lordo annuo) e della durata (che si attesta intorno ai 2 o 3 anni).
Il 17% lamenta poi la mancanza di disponibilità di fondi, l’11% dichiara di aver bisogno di conoscere meglio lo strumento e poi ancora il 9% non ha investito a causa della tassazione complessa e penalizzante.
Ma la fetta più grande (40%) è ascrivibile alla categoria «altro» di cui fanno parte fattori prevalentemente psicologici ed individuali: la maggior parte delle persone o non ho trovato le risorse (tempo ed energie) per investire o ha preferito destinarle ad altre opportunità.
«Ciò significa che nella psicologia dell’individuo l’analisi costi-benefici è stata valutata per lo più sconveniente rispetto alle abitudini consolidate o ad opportunità non sostenibili ma con un maggiore appeal nella prospettiva del singolo» conclude Niccolò Sovico, CEO di Ener2Crowd.com.