Circoli didattici alle prese con la diminuzione del personale Ata (bidelli e amministrativi), e prèsidi costretti a chiedere un contributo alle famiglie per pagare i dipendenti delle cooperative esterne. Succede anche a Bottegone, dove i genitori dei ragazzi sono sul piede di guerra.
Nella frazione, l’istituto comprensivo Martin Luther King ospita in un unico plesso la scuola media ed elementare. Da quest’anno la dirigenza ha chiesto un contributo di 20 euro al mese per pagare una cooperativa a cui far controllare gli studenti che vengono lasciati dalle famiglie davanti all’ingresso prima dell’orario di apertura (le 7,55). La preside di Bottegone, Patrizia Tesi, non è la sola ad aver fatto questa scelta. Stessa richiesta viene dalla dirigenza dell’istituto comprensivo Raffaello, e dalle Leonardo Da Vinci per le elementari di Candeglia e Pontenuovo.
«I nostri collaboratori scolastici – spiega la vicepreside delle Martin Luther King, Luisetta Bartolini – con i tagli alla finanziaria sono passati da 18 a 16. Gli amministrativi (sempre personale Ata), da 5 a 4. E per l’anno prossimo sono previsti ulteriori tagli. Teniamo presente che tutte le famiglie hanno richiesto l’orario lungo – 27 o 30 ore – e nessuna le 24 ore. Più classi e orari lunghi. Dovevamo prendere delle decisioni: la pulizia o il pre scuola?».
La dirigenza ha optato per la seconda scelta. Fino allo scorso anno i bidelli potevano far entrare i ragazzi anche alle 7 e mezza. Quest’anno no. Non ci sono abbastanza bidelli ed è necessario ricorrere a personale esterno.
Da via Salceto c’è l’entrata per i ragazzi delle medie, da via Santi quella per i bambini delle elementari. «Crediamo che sia pericoloso anche lasciare fuori i bambini su via Santi – dicono alcuni genitori – La sede stradale è più grande, ma la zona è trafficata dai tir che vanno nella zona artigianale e dai trattori dei vivaisti. Non parliamo dell’ingresso su via Salceto.. C’è un marciapiede di una ventina di metri, stretto, su cui vengono parcheggiate regolarmente le macchine (anche se c’è divieto di sosta). I ragazzi ci si accalcano. Siamo preoccupati all’idea di doverli lasciare lì e sapere che nessuno li controlla, soprattutto ora che arriva l’inverno. E arrabbiati di dover pagare per farli controllare. Venti euro al mese possono essere pochi per una famiglia con un buon reddito, molti per la maggioranza delle famiglie di questi tempi».
«Il mio personale – ribatte Luisetta Bartolini – può controllare i ragazzi solo un quarto d’ora prima del suono della campanella (le 8,15). Fino allo scorso anno, avendo più bidelli, gli assegnavamo anche il compito di sorvegliare gli studenti all’esterno, con un incentivo preso dal fondo d’istituto. Da quest’anno non possiamo più farlo».
Tiziana Gori, da “Il Tirreno“, 25 sette. 2009