Bologna, criticità nella gestione delle folle ostili, ecco a cosa serve la nostra proposta di legge

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“Quanto avvenuto oggi a Bologna si può descrivere solo con la parola follia. Poliziotti che devono intervenire per sedare una folla inferocita in un cantiere pubblico per il taglio di alberi e che ne escono con 8 feriti. E’ quasi surreale, ma invece è la tristissima realtà di un Paese in cui aggredire gli operatori in divisa è considerato l’assoluta normalità. Ogni giorno che passa è sempre più evidente quanto sia indispensabile ciò che abbiamo sollecitato con la nostra proposta di legge: pene più severe per chi aggredisce i rappresentanti dello Stato, equiparate a quelle previste per categorie che hanno lo stesso ruolo, e soprattutto obbligo della distanza. Basta mandare i poliziotti in strada a prendere botte, per poi dirgli che sono stati bravi. Basta. Gli operatori in divisa non devono essere toccati”.
Così Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato, dopo la difficile manifestazione a Bologna contro il taglio degli alberi all’interno del parco Don Bosco, dove proseguono i lavori per il cantiere del tram. I manifestanti hanno fra l’altro lanciato oggetti verso gli agenti tra cui grossi rami e bastoni e hanno anche tentato di impedire il lavoro di una squadra della Volante. Sono stati 8 gli appartenenti al Reparto mobile rimasti feriti.
“Riguardo agli scontri di Bologna – da l’allarme per parte sua Gianni Pollastri, Segretario Nazionale Fsp – riscontriamo un problema molto importante nella gestione tecnica delle folle ostili. Infatti, ormai il contenimento con gli scudi non consente né di sedare la violenza né di contenere i danni fisici agli operatori: siamo passati da una strategia che tendeva a disperdere le folle ostili ad una strategia che consente il contatto con i manifestanti aggressivi con l’uso degli scudi come strumento di risposta. Ma è chiaro che un poliziotto ha una resistenza limitata rispetto a sei sette persone accavallate che spingono sul suo scudo e alla fine diventa l’elemento più debole dello scontro”.

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