Pisa conquista il 28º posto

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Quella di Pisa è una provincia abbastanza libera, economicamente parlando. Su 103 province italiane prese in considerazione, la nostra si piazza al 28º posto (5a in Toscana). Un buon risultato. E in tempi di crisi tutto fa. Chi vince è Siena: il rapporto con il Monte dei Paschi fa la differenza.
Ma cosa si intende per “libertà economica”? Per analizzare le performance economiche di un territorio si fa di solito ricorso al Pil, la ricchezza prodotta. Però, per meglio interpretare la realtà produttiva, c’è chi utilizza un ventaglio più ampio di indicatori: sviluppo culturale, sociale, strutturale e così via. Se il sistema finanziario è efficiente, se il mercato del lavoro mostra elementi di dinamicità, se il contesto sociale è favorevole, allora un territorio può dirsi economicamente più libero di un altro. Questa è l’analisi condotta dal centro studi Sintesi di Mestre, con una metodologia che rispecchia quella della fondazione statunitense Heritage Foundation, che ogni anno dal 1995 elabora l’indice di libertà economica su 170 Paesi di tutto il mondo.
I ricercatori Alberto Cestari e Valeria Benvenuti di Sintesi hanno ripreso questo sistema, adattandolo all’analisi di realtà più locali. Hanno così scelto 37 variabili, raggruppate in 6 fattori chiave (economia, lavoro, contesto sociale, finanza, fisco e finanza locale) con dati tratti da varie fonti: ministeri, Istat, Infocamere, Prometeia, Banca d’Italia. Ogni provincia ha ricevuto un punteggio per ciascuna voce: da 0 a 20 sono quelle considerate non libere; tra 21 e 40 molto frenate; tra 41 e 60 frenate; tra 61 e 80 prevalentemente libere; tra 81 e 100 libere. Tra le “prevalentemente libere” ci sono dunque Pisa e il suo territorio, con un voto di 79,4 che ha fatto sfiorare il range più alto, quello di vera libertà.
A livello generale, lo studio vede svettare (dietro Siena) Trento, Bolzano, Rimini, Belluno, Venezia, Piacenza, Parma, Pordenone, Ravenna, per restare alle prime dieci. Ultima Napoli a zero punti e tanto Sud. In alto un tocco di Toscana (7ª tra le regioni), poi il trionfo dell’Emilia Romagna e del Nord-Est. Con un tratto in comune: sono tutte realtà di centri piccoli, chiusi spesso da mura medioevali, orgogliosi della loro tradizione. Milano è al 71º posto, Roma al 78º.
I ricercatori di Sintesi fanno notare: «La crisi attuale colpisce maggiormente dove la libertà economica sembra più evidente. Le aree più dinamiche sono state quelle più esposte attraverso il canale delle esportazioni. Ora si tratta di capire se il modello vincente degli anni passati sarà in grado di riprendere la corsa come prima all’arrivo della ripresa».
Gli spunti, per Pisa, dalle graduatorie settoriali non mancano. Partiamo dal fattore economia, che comprende, tra gli altri, il tasso di variazione delle imprese attive, quello di inflazione, l’imprenditorialità femminile e giovanile. Pisa, in tale contesto, si piazza a livello italiano in 37ª posizione (non male), mentre non spicca particolarmente in ambito toscano (7ª) per, in sostanza, vivacità imprenditoriale. Lavoro (ovvero saldo tra entrate ed uscite di dipendenti, disoccupazione femminile, eccetera): 27º posto in Italia, 4º in Toscana, dunque sotto questo profilo si può essere abbastanza soddisfatti.
E’ però sul fattore “contesto sociale” che Pisa dà il meglio: 11º posto in Italia e primato in Toscana. Sotto questa voce, Sintesi ha considerato elementi quali il livello di scolarizzazione universitaria e superiore, il tasso migratorio, la dipendenza dagli anziani, i reati di truffa denunciati. Le classifiche sembrano quindi tratteggiare una realtà socialmente avanzata e questo può essere sicuramente un vanto.
Quando invece si entra nel campo della finanza si comincia ad arretrare: 38º posto in Italia e 6º in regione. I pisani non spiccano per rapporto tra impieghi e depositi bancari, numero medio di residenti serviti da uno sportello bancario, finanziamenti agevolati. Il punto più basso arriva con il fattore “fisco”, cioè l’incidenza media dei contribuenti sulla popolazione e la pressione tributaria (dei comuni capoluogo): 93º posto in Italia (in coda Milano e Roma), 10º e ultimo in Toscana.

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