Roma – Il Bel Paese di pasta e mandolino, di brava gente, allegra e accogliente, di inventori e poeti, di navigatori non esiste più da un pezzo, ma l’Italia del nuovo corso portato avanti dalla premier contro l’Europa matrigna, quella che difendeva l’identità nazionale, quella che doveva difendere le famiglie, quella che si informava sulle partite iva e faceva i comizi non è nè una repubblica democratica fondata sul lavoro che non c’è e non viene favorito, nè uno stato liberale, nè uno stato socialista o comunista o socialdemocratico: è semplicemente uno stato di polizia fiscale, che forse fa impallidire il feroce monarchico Bava Beccaris.
Ormai le forze di polizia sono costituite quasi esclusivamente dalla Guardia di Finanza che si interessa di patenti, di acquedotti, di liti, di reati di vario tipo e non solo finanziario e va cercando e racimolando soldi da chi non ne ha, applicando le sanzioni massime anche ai morti di fame per reati bagatellari o per futili infrazioni.
Sempre di più sono le storie della contadina che lavora saltuariamente in paeselli di 1000 abitanti che si è vista sanzionata per 22.000 euro perchè aveva lasciato la patente a casa l’unico giorno che guidava un motorino senza assicurazione da casa al campo perchè quello dove aveva l’assicurazione era a riparare.
Oppure del barista che è stato sanzionato per 80.000 euro da pagarsi ora e subito per un presunto nero di 3000 euro ipotizzato dagli studi di settori a ritroso per 5 anni.
Oppure il caso del pranzo coi parenti nel campo di proprietà privata dove si sono presentati ad elevare la multa come se fosse manifestazione pubblica con richiesta di autorizzazione.
Oppure dove è partita la denuncia per l’agricoltore che abitando a 20 minuti dalla prima stazione di servizio e necessitando della benzina per il trattore l’ha acquistata a 9 km in Svizzera sforando di pochi litri il limite di 5 litri col quale ci ari semplicemente per due ore, o anche le sanzioni relative a tassa rifiuti del 2015 elevata a chi non abita in quel posto dalla stessa data, incamerando indebitamente i soldi del sanzionato indebitamente e dell’inquilino che ci abita.
E in questa Italia le liste d’attesa della sanità durano anni, l’istruzione non sanno proprio che materia sia, peggiorandola di mese in mese sulla base delle indicazioni degli “esperti” del portafoglio, il mercato interno non esiste, l’edilizia langue e si inventano l’edilizia libera per poi fra 5 anni dirti che ti servono i soldi per sanare e incamerare altri spiccioli sulla pelle dei servi della gleba: gli Italiani.
La sicurezza poi che ne parliamo a fare? Esistono paesi dove si lascia la chiave nella toppa e dove si gira tranquillamente alle tre di notte e l’Italia dove anche in centri dimenticati da Dio che dovrebbero essere sconosciuti anche ai ladri e ai delinquenti la gente non esce di casa o la vende perchè c’è malavita.
Per questo si pagano le tasse: per non avere sicurezza, istruzione, mercato, salute, protezione civile.
Nel palazzo dei bottoni controlli non ne fanno, evasioni non ce ne sono, ma vediamo cambiare vestito ad ogni ripresa televisiva, ed apprendiamo che la soluzione contro il povero granchio blu è imparare la ricetta del ministro del made in Italy preparata dalla cucina di casa come nel programma di Masterchef, lo stesso ministro che alleggerisce la caccia perchè non è informato sulla catena alimentare e le dinamiche dei predatori e dal quale la stessa Federcaccia prende le distanze. Siamo nel Paese dove una volta si diceva, sfottendo, che i comunisti mangiano i bambini, ma non ci sono più figli dopo lo scandalo di Bibbiano e dopo che i giovani hanno capito che è meglio non sposarsi e non metter su famiglie di poveri che verranno attenzionate dai servizi sociali.
Il Paese, dove al contrario della Grecia fallita e splendidamente ora in forma nonostante nell’Ue, il fallimento evidente dell’Italia non si dichiara, ma si tassa a tutto spiano sotto Natale, Pasqua, Ferragosto soprattutto e dove a breve anche i dipendenti pubblici e i funzionari dello stato che prendono lo stipendio dalle tasse dovranno ridurre la cinghia se è vero che le imprese chiudono per persecuzione, che i lavoratori dipendenti conoscono solo le app dei cellulari e non il proprio lavoro per il quale le imprese pagano profumatamente vari balzelli, se è vero che c’è un fuggi fuggi verso paesi normali senza orpelli IA che non favoriscono il lavoro, ma lo complicano, senza sanzioni risalenti a quando eri in culla e senza bollette dove si paga ancora la guerra di Libia.
Forse quando anche i funzionari pubblici, anche quelli zelanti, vedranno che la busta paga si riduce allora riscopriranno la via della confessione da sacerdoti sempre più pochi e distratti dalle cose del mondo.
Ma a quel punto ci sarà poco da fare.
La Primula Nera