All’indomani dello scioglimento del Consiglio Comunale della città di Matera è necessario mettere alcuni punti fermi sulle cause vere della caduta dell’amministrazione guidata dai 5 stelle.
Bisogna innanzitutto ricordare che nel 2020 il Movimento 5 stelle ottenne con solo il 10,9% dei voti ben 11 consiglieri comunali solo grazie al sistema elettorale maggioritario che consente in ogni caso di ottenere una larga maggioranza consiliare, 22 seggi su 32 il sindaco. Quindi un solo gruppo consiliare, i 5 stelle, avevano la metà dei consiglieri dell’intera maggioranza. A memoria d’uomo non si ricorda una situazione così favorevole. Ciononostante, la navigazione dell’amministrazione è stata sin dal primo momento molto difficoltosa tant’è vero che l’allora Sindaco Bennardi ha dovuto mettere mano a ben 5 rimpasti di giunta. Di contro il PD ottenne solo 3 seggi e ciononostante ha svolto con impegno e generosità una funzione positiva con i suoi consiglieri comunali e sotto la guida della rinnovata segreteria cittadina. Abbiamo denunciato le inefficienze e gli sprechi a cominciare dalla nomina del capo di gabinetto che nel giro di pochi mesi fu costretto a tornare in Puglia. Per non parlare delle pratiche poco edificanti di familismo e “amichettismo” a cui l’amministrazione non si è sottratta. Con assoluta coerenza il PD ha svolto la funzione di opposizione che gli elettori gli avevano affidato senza fare sconti ma sempre con l’attenzione rivolta agli interessi della comunità. Non abbiamo mai deviato da questo indirizzo. Al contrario Bennardi e la sua maggioranza hanno interpretato il mandato popolare ricevuto come un lasciapassare per qualsivoglia iniziativa spesso contraddicendo sé stessi e senza mai intessere un confronto serio con il consiglio comunale e con le espressioni vive della società materana. Prova ne sono le numerose proteste che in questi quattro anni si sono avute da parte del variegato mondo dell’associazionismo di tutti i settori, da quelli produttivi a quelli culturali e a quelli del welfare.
Nessun accordo il PD ha mai voluto fare con Bennardi e con la sua maggioranza.
Dopo la fine ingloriosa dell’esperienza di governo di Bennardi e dei 5 stelle la città si aspettava dal sindaco una dichiarazione seria e onesta sulle cause vere che lo hanno portato alle dimissioni e poi alla caduta anticipata. Perché non spiega cosa è accaduto nella sua maggioranza che contava ben 23 consiglieri e si è presto ridotta tanto che quasi tutte le sedute terminavano con la mancanza del numero legale? Perché non spiega i motivi che lo hanno portato a subordinare le scelte amministrative alla costruzione di certe carriere politiche? Perché non spiega i motivi veri che lo hanno costretto a continui ricambi nella giunta comunale per assecondare le richieste dei singoli consiglieri? Perché in definitiva si è rinchiuso nel cerchio sempre più ristretto di assessori e collaboratori rispetto alla promozione di un dialogo aperto e costruttivo con la città venendo meno ai suoi doveri costituzionali?
Un dialogo che gli avrebbe aperto gli occhi di fronte alla necessità di decisioni forti finalizzate ad agevolare lo sviluppo del turismo in città, per affrontare con determinazione le questioni riguardanti la mobilità urbana, il rilancio del Piano di Gestione UNESCO dei Sassi e del patrimonio dei quartieri storici della città, l’attenzione alle aree periferiche, il miglioramento delle infrastrutture, la difesa dell’ospedale cittadino e dei suoi servizi, il prosieguo dell’attività finalizzata alla realizzazione del piano strategico e quello strutturale per meglio definire il futuro di Matera e della sua comunità, per sfruttare le enormi potenzialità offerte dalla casa delle tecnologie. Più volte abbiamo sollecitato un confronto severo con la Regione per utilizzare il grande patrimonio costituito dalla grande e invidiata esperienza di Capitale Europea della cultura. Sotto la presidenza di Bennardi la Fondazione Matera 2019 avrebbe dovuto riprendere il volo e invece è stata ulteriormente mortificata. E invece proprio sulla cultura abbiamo assistito ad una vera e propria “cancel culture” di Matera 2019, solo perché né Bennardi né Bardi hanno mai compreso il valore del grande tesoro avuto in eredità grazie al lavoro fatto negli anni precedenti. Un valore per Matera e per tutta la Basilicata.
È davvero incredibile assistere all’ennesimo balletto di un personaggio che invece di ammettere con onestà le responsabilità sue e della sua maggioranza e persino i condizionamenti esterni ha continuato a prendere in giro la comunità scaricando le colpe su chi era ed è rimasto invece coerentemente all’opposizione. Ancora una volta l’unico bersaglio dei 5 stelle è il PD. Eppure, è lo stesso Bennardi che ricorda che il PD ha votato convintamente e in modo trasparente una mozione di sfiducia. Come poteva pensare che il PD cambiasse posizione?
Bennardi poi non ha voluto rinunciare all’ultima pantomima: rassegnare le sue dimissioni con l’obiettivo dichiarato di prendere tempo alla ricerca dell’ennesimo pastrocchio. Un consigliere da assoldare? Un voto da annettere alla dissolta maggioranza come aveva già fatto un paio di anni prima imbarcando un consigliere della Lega Salvini?
La scarsa affidabilità di Bennardi è testimoniata dall’ultimo atto da lui consumato: da sindaco dimissionario ha deciso di presiedere la sua ultima seduta di giunta per assegnare alle FAL un tesoretto da 19,1 milioni di euro, ignorando il confronto così tradendo, ancora una volta, i principi di condivisione e partecipazione nelle scelte da sempre rivendicate dai 5 Stelle.
Ringraziamo i consiglieri comunali e tutti coloro che in questi quattro anni hanno lavorato per il bene comune e per il PD. Auguriamo buon lavoro al Commissario straordinario e ai sub commissari assicurando loro la nostra leale collaborazione.
Si apre ora un percorso di apertura e condivisione con le forze politiche e civiche che si riconoscono in un progetto che rimetta la città di Matera in connessione con il territorio e con l’intera Basilicata. È ora di guardare avanti senza rimanere prigionieri del passato.