Accordo Messico-Stati Uniti, Trump sospende i dazi per un mese 

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Donald Trump
Donald Trump

WASHINGTON DC – Nel corso di una diretta su X la presidente del Messico Claudia Sheinbaum ha annunciato un accordo con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump in merito alla sospensione dei dazi per almeno un mese. Durante una conferenza dello scorso sabato nello Studio Ovale della Casa Bianca, il tycoon aveva confermato la volontà di imporre delle tariffe a Messico, Canada e Cina a partire dal mese di febbraio.

Durante la diretta Sheinbaum ha dichiarato di aver parlato con Trump e di aver raggiunto un accordo che ritarda di almeno un mese le tariffe del 25% su tutti i prodotti messicani importati negli Stati Uniti. In cambio il Messico ha accettato di rafforzare il suo confine settentrionale con 10mila uomini della Guardia Nazionale per combattere l’immigrazione e il traffico di droga illegale.

La recente decisione di Trump aveva scatenato i timori dei Paesi confinanti e dei democratici, che avevano alluso al possibile inizio di una guerra commerciale destabilizzante per le economie di tutte e tre le nazioni, che potrebbe portare ad un ulteriore aumento dell’inflazione dei costi per i consumatori statunitensi.

Lo scorso fine settimana Trump aveva firmato degli ordini esecutivi per imporre dazi del 25% sui beni importati da Messico e Canada, con un’aliquota del 10% sui prodotti energetici canadesi. Una decisione che di fatto ha messo fine al patto di libero scambio del 2020 che lo stesso Trump aveva firmato e celebrato come “l’accordo commerciale più equo, equilibrato e vantaggioso che abbiamo mai firmato in legge”. Trump ha inoltre imposto una tassa del 10% su tutte le importazioni dalla Cina.

Il presidente degli Stati Uniti ha motivato tale decisione specificando che le tariffe erano necessarie poiché, secondo la sua visione, i tre Paesi non avrebbero fatto abbastanza per fermare il flusso di immigrati clandestini e droga negli Stati Uniti. Prima dell’accordo odierno con la presidente del Messico, il tycoon aveva ribadito che “nulla” gli avrebbe impedito di imporre le tariffe ai Paesi confinanti. I leader di Messico e Canada, poco dopo l’annuncio di sabato, avevano replicato a Trump sottolineando che avrebbero imposto tasse di ritorsione sui beni di importazione statunitensi. Anche la Cina ha ribadito che avrebbe “adottato contromisure corrispondenti per salvaguardare fermamente i propri diritti e interessi”. 

Nel corso di un suo intervento pubblico il primo ministro canadese Justin Trudeau ha esortato i suoi cittadini a non acquistare prodotti realizzati negli Stati Uniti, annunciando anche due ondate di tariffe. Ha messo in dubbio le affermazioni di Trump secondo cui il Canada è da biasimare per gli alti livelli di immigrazione o per la crisi del fentanyl in America. “Meno dell’1% del fentanyl e meno dell’1% degli attraversamenti illegali negli Stati Uniti provengono dal Canada”, ha affermato Trudeau.

Secondo un documento pubblicato dalla Casa Bianca le organizzazioni messicane del narcotraffico avrebbero un’alleanza “intollerabile” con il governo. Sheinbaum ha replicato a questa affermazione, evidenziando in un post su X pubblicato nel weekend i progressi del Messico nella lotta contro i trafficanti di droga, sottolineando che dal 1° ottobre 2024, data di inizio del suo mandato, il Messico ha sequestrato più di 40 tonnellate di droga, tra cui 20 milioni di dosi di fentanyl, e ha arrestato più di diecimila persone legate alla criminalità organizzata.

Sheinbaum si è rivolta in modo critico nei confronti degli Stati Uniti, parlando degli alti livelli di consumo di droga, esortando Trump a fare di più per combattere lo spaccio, collegando inoltre la violenza in Messico alle migliaia di armi da fuoco contrabbandate ogni anno dagli Stati Uniti verso sud: “I problemi non si risolvono imponendo tariffe, ma parlando e dialogando”, ha affermato. Allo stato attuale gli Stati Uniti e il Messico scambiano annualmente merci per oltre 800 miliardi di dollari e gli Stati Uniti sono la destinazione di quasi l’83% delle esportazioni messicane. Secondo gli esperti, i dazi potrebbero devastare l’economia già traballante del Messico, contribuendo alla recessione del Paese.

Al momento la moneta messicana è crollata e si trova al suo punto più basso rispetto al dollaro statunitense. In un contesto così delicato i dazi giocano un ruolo che preoccupa ulteriormente gli esperti, secondo cui destabilizzare l’economia messicana potrebbe portare ad un aumento della criminalità organizzata e a un’ondata migratoria verso gli Stati Uniti, due fenomeni che Trump afferma di voler combattere.

Nel corso della sua campagna elettorale Trump aveva più volte sottolineato la volontà di imporre tariffe sulle importazioni nel tentativo di incentivare la produzione negli Stati Uniti. Ma vede le tariffe anche come una tattica negoziale per estorcere compromessi da altre nazioni su questioni che hanno poco a che fare con il commercio. 

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