Non dire quattro

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È una calda estate a Trenton, soprattutto per Stephanie Plum, cacciatrice di taglie, non bella ma sexy, non coraggiosa ma incosciente: un’antieroina con un fantastico fiuto per i guai. E questa volta di guai in cui ficcarsi ce ne sono fin troppi, anche se il caso sembra piuttosto semplice. È sparita una ragazza, Maxine Nowocki, libera su cauzione dopo l’accusa di aver rubato la macchina del fidanzato. Sembrerebbe una banale lite tra innamorati, se il fidanzato non cominciasse a ricevere messaggi minatori cifrati. Per fortuna Stephanie può contare sull’appoggio di Lula, ex prostituta mastodontica con una predilezione per le armi di grosso calibro, e di Salvatore alias Saily Sweet, un chitarrista transessuale, grande esperto di enigmistica. Peccato però che l’agenzia di recupero cauzioni abbia deciso di assumere anche Joyce Barnhardt, storica rivale di Stephanie, specialista nel rovinare matrimoni. Proprio ora che l’agente di polizia Joe Morelli sembrava deciso a dare una svolta alla sua storia con Stephanie.

“Non dire quattro”, di Janet Evanovich (Ed. Salani, trad. di Andrea Carlo Cappi, pp. 320, euro 16,80)

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