Arresti domiciliari a medico e imprenditore per la truffa delle protesi

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Le visite le facevano direttamente nel negozio di protesi acustiche in centro a Massa. Poi il medico dell’Asl presentava certificati (falsi) con i quali confermava (sempre?) la necessità dell’apparecchio. Una truffa che andava avanti da tempo e che avrebbe comportato un danno di 100mila euro all’Asl apuana. Da dove è partita la denuncia che ha portato ieri agli arresti domiciliari il dottor Nicola Bocci, otorino, e l’imprenditore delle protesi Alberto Angeloni.
La notizia arriva da un comunicato del del comando provinciale della Guardia di Finanza che hanno notificato le due ordinanze di arresti domiciliari. Bocci e Angeloni sono indagati per i reati di falso, corruzione e truffa.
I fatti incriminati si sono svolti negli ultimi due anni, e sono venuti a galla dopo che un cittadino si era visto addebitare il ticket per una visita specialistica mai effettuata alla ASL di Carrara.
L’indagine interna della stessa Azienda sanitaria aveva evidenziato delle incongruenze nei certificati medici compilati appunto dal medico specialista, tali da spingere i responsabili dell’ente sanitario a presentare una denuncia alla Procura.
Le indagini sono state portate avanti dalla dottoressa Rossella Soffio.
«Il professionista – spiega la Finanza – compilava sistematicamente falsi certificati medici, sulla scorta dei quali, poi, il titolare della ditta provvedeva a fatturare alla ASL le protesi acustiche fornite ad ignari pazienti convinti che non occorresse alcuna preliminare visita all’ASL per ottenere la fornitura dell’apparecchio acustico».
Ovvero non si passava dalla visita ufficiale per avere un apparecchio.
Così il titolare dell’impresa fornitrice delle protesi aumentava il giro d’affari mentre il medico, in cambio dei falsi certificati, si assicurava una serie di consulenze ben retribuite da parte dell’azienda produttrice delle protesi, una marca notissima del settore.
L’aspetto curioso della vicenda – spiega ancora la Finanza – è «che anche le consulenze sono risultate false e quindi mai effettuate in quanto l’imprenditore Angeloni, a sua volta, avvallava falsamente, alla azienda produttrice delle protesi, l’effettuazione delle consulenze da parte del professionista presso il proprio negozio».
Le fiamme gialle sono arrivate a queste conclusioni dopo mesi di indagini, centinaia di cartelle cliniche esaminate e numerosissime persone sentite, soprattutto anziani, ai quali veniva fatto credere «che non occorreva nessuna visita all’ASL ed erano ben disposti, quindi, ad avvalersi delle prestazioni della ditta di A.R. che garantiva così tempestivamente la fornitura del prodotto richiesto evitando le lungaggini burocratiche».
Tutta gente, ci tiene a spiegare la Guardia di Finanza,»perfettamente in buona fede». Hanno svolto il ruolo di complici ignari della truffa ai danni del sistema sanitario quantificata in oltre 100.000 euro, anche se non si escludono ulteriori sviluppi nella vicenda.
«L’attività esperita, a riguardo, non esula affatto dai compiti istituzionali che la Legge demanda al Corpo – tiene a spiegare il comanndo provinciale della Guardia di Finanza – proprio di recente ed esattamente con il Decreto legislativo 68/2001, sono state ribadite quelle che sono le missioni istituzionali della Guardia di Finanza tra le quali spicca l’attività di polizia economica finanziaria a tutela del bilancio pubblico, dell’ Unione Europea, delle Regioni e degli Enti Locali».
Da segnalare che Nicola Bocci, medico molto conosciuto in città, aveva lasciato l’Asl più di un anno fa.
Dopo tanti anni di lavoro come dirigente nel reparto di otorino di Massa, il dottor Bocci si era dimesso in seguito ad un altra vicenda giudiziaria che lo aveva coinvolto. Era finito a processo per delle irregolarità nella riscossione delle visite fatte in ospedale. Da qui la denuncia ed un patteggiamento che avrebbe comunque portato ad un provvedimento da parte dell’azienda sanitaria che poteva arrivare anche al licenziamento.
Per evitare inchieste disciplinari, il dottor Bocci aveva preferito dimettersi dalla sanità pubblica e continuare nel privato.
Nonostante la prima disavventura giudiziaria, Bocci non aveva avuto alcun procedimento, come confermava mesi fa lo stesso presidente, da parte dell’Ordine dei medici della Provincia di Massa e Carrara.

Corrado Benzio, da “Il Tirreno”, 17 dicem. 2009

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