Palermo, sfrattato il commissariato guidato da Manfredi Borsello

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Cefalù – “Se la cultura della lotta alla mafia si alimenta di simboli – uomini, luoghi, atti di eroismo -, bisogna dare atto al Governo di una straordinaria capacità di concentrare l’attenzione su questi simboli: purtroppo in negativo!”  A sostenerlo è Franco Maccari, Segretario Generale del COISP – il Sindacato indipendente di Polizia, commentando la notizia dello ‘sfratto’ del Commissariato di Polizia di Cefalù, guidato dall’aprile scorso da Manfredi Borsellino, figlio di Paolo, magistrato ucciso dalla mafia nella strage di via D’Amelio, a Palermo, il 19 luglio del 1992.
Prosegue Maccari: “Vittime del dovere dimenticate, familiari abbandonati a se stessi, nessun sostegno ai poliziotti impegnati nelle prime linee del contrasto alle più potenti organizzazioni mafiose. E ancora, l’ordine di servizio della scorta di Giovanni Falcone – falcidiata dal tritolo della strage di Capaci – finito tra i fogli di carta da riciclare: questi, al di là delle roboanti dichiarazioni, sono i simboli della cultura antimafia del governo. E così, mentre i politici si fanno belli grazie all’arresto di pericolosi latitanti da parte di capaci e valorosi poliziotti, accade che in una terra di frontiera come la Sicilia un importante commissariato venga ‘sfrattato’. Ecco un nuovo ‘simbolo’: perché a dirigere quel commissariato, in prima linea contro la mafia, c’è Manfredi Borsellino. Il figlio del giudice ucciso da cosa nostra si è trovato costretto a scrivere una lettera ai cittadini cefaludesi per spiegare i motivi dello ‘sfratto’, scaturito dalla mancata stipula da parte della Prefettura di un regolare contratto con la società proprietaria del bene: un contratto che probabilmente avrebbe inibito sin dall’inizio qualsiasi azione legale”. “Il COISP – conclude Maccari – esprime la massima solidarietà al dirigente Borsellino, ai colleghi del commissariato ed a tutti i cittadini di Cefalù, per il grave disagio provocato dalla vicenda, che purtroppo non è isolata. Vigileremo affinché non venga messa in forse l’esistenza in vita dell’ufficio – punto sul quale lo stesso dirigente Borsellino ha rassicurato i cittadini – e chiediamo il massimo impegno del Ministero affinché i nostri colleghi possano essere messi nelle migliori condizioni di lavoro possibili per garantire la sicurezza dei cittadini e un efficace contrasto alla criminalità”.

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