Ce n’è a sufficienza e ne avanza in questa settimana. Molti sono i fatti da sottoporre all’attenzione del lettore e tutti di primissimo piano. A partire dall’attentato al nostro diplomatico caduto a Kabul che non ha esitato un momento a mettere in salvo altre persone nel corso dell’attacco messo in essere da cinque kamikaze afghani. Poi c’è il disastro ambientale nel nord dell’Italia: la marea nera che anche ieri si è mischiata alle acque del Lambro provocando un disastro ambientale di sicuro spessore; ora si ha paura delle conseguenze che possono essere arrecate dalla massa dei veleni sverzati a mano a mano che essa si avvicinerà al delta del Po. Senza dimenticare il terremoto così disastroso in Cile (8,8 gradi della scala Richter) dove si trovano anche alcuni italiani.
Tutti eventi di primissimo piano. Ma quello che mi ha fatto davvero trasecolare è stata la trasmissione di “Anno Zero”, con ospite il cantante Morgan che gode di un’enorme pubblicità da quando ha pubblicamente ammesso di far uso di droghe. L’ammissione, come tutti si ricorderanno, gli è costata l’eliminazione dal concorso canoro del Festival di Sanremo; ma poi, ascoltando la canzone sempre in diretta su questo canale Rai, non è che i miei compatrioti si siano persi un capolavoro, il danno non è stato davvero irreparabile.
Ma allora cosa è successo? La levata degli scudi è stata forte nel momento in cui si è bay passata la notizia che in fondo la droga (quella leggera, la canna, per intendersi) in fondo non avrebbe fatto del male più di tanto. Le reazioni che si sono colte fin da subito sono state immediate, soprattutto dalla parte di chi con la gioventù ci lavora e con chi ha a che far quotidianamente con questo genere di cose. Insomma, in definitiva, è successo lo stesso caso della modella inglese Moss, la quale dopo essere stata ripresa in atteggiamenti inequivocabili mentre sniffava cocaina, si è vista cresciuta la popolarità al punto che sì, alcune case produttrici di cosmesi femminile le hanno stracciato il contratto, invece altre l’hanno cercata, come se essa rappresentasse la gioventù perversa, votata al male, per cui il messaggio doveva essere indirizzato a recuperare anche quella fetta di umanità. Anche per il nostro cantante si è trattato di qualcosa di simile: ci siamo trovati di fronte a un’impennata di ascolti nella trasmissioni in cui si sapeva che partecipava, di attenzione mediatica solo giustificata dall’ aver ammesso certe sporadiche frequentazioni proibite.
Ma la di là delle scelte individuali sulle quali non mi sembra il caso di mettere dito, pare alquanto difficile da digerire il fatto che nella televisione di Stato si tocchi un argomento del genere gestito come l’ha gestito il presentatore; sia pure mettendosi con le migliori disposizioni d’animo a sentire il dibattito, non è stato possibile (almeno per me) nel corso della serata trovarsi d’accordo su diversi punti o su diverse idee: insomma non mi è piaciuta quest’ aria dottrinale, fortemente inquinata dal pregiudizio o dalla volontà di volere tout court assolvere il cantante che, per certi tratti, è apparso come l’eroe della serata. Non ci è piaciuta, dicevamo, dalla televisione di Stato. La quale era stata decisa nel non concedere al cantante l’opportunità di partecipare a Sanremo, per non essere veicolo indiretto d’informazione ai giovani e quindi volerli incitare a determinati comportamenti, perché poi tanto alla fine c’era sempre l’assoluzione.
Non è che con questi discorsi che in certi casi scadevano sul prevedibile che si risolve il problema della diffusione delle droghe fra i giovani. Non è con il qualunquismo che si cerca di capire le difficoltà riscontate dai minorenni che si ripiegano nei paradisi artificiali. Ma non per scadere io di tono, vorrei concludere dicendo che neppure una generazione fa, quando al governo c’erano i tanti vituperati partiti della maggioranza relativa certe esternazioni personali non in linea con le filosofie generali di condotta di una televisione di Stato erano permesse: tanti personalismi non erano tollerati; i personaggi che ci peccavano venivano allontanati (per poi essere pescati e segnare picchi di ascolto, si pensi alla coppia Vianello Tognazzi per la gang della sedia tolta, oppure allo stesso Dario Fo, tanto per citare i casi più eclatanti); ma questi personaggi, inseriti altrove, non hanno avuto lo stesso plafond di ascolti. Diventavano qualcuno nel momento in cui approdavano in Vale Mazzini, anche questa circostanza deve essere considerata.