Tornano a soffiare i venti di guerra sul Mediterraneo

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Venti di guerra tornano ancora a soffiare sulle sponde del Mediterraneo, in un settore assai vicino alla nostra penisola. Tornano ed è come se non avessero mai cessato di spirare. Torna ancora la forza delle armi a prevalere su quello che avremmo tanto desiderato fossero le diplomazie a dipanare le matasse più complicate della politica. Si dice che la bufera si sia alzata per portare la democrazia in questi paesi che da anni sottostavano alle dittature. Ma si dicono tante cose, per far passare il concetto che tornano i cingolati per le strade cittadine di una capitale, e tornano ancora i missili a far sentire la loro voce. Non è con questi criteri e con questi sistemi che avremmo desiderato si affermasse la democrazia nei paesi e nelle nazioni del mondo. Dobbiamo ricrederci. Si affaccia allora la minaccia di una guerra combattuta alle porte quasi di casa, mentre continuano a giungere in Italia i barconi dei profughi che cercano ospitalità e asilo politica. Una strana guerra quella della Libia, da subito sostenuta dalla Francia per poi fermarsi prudentemente alle porte quando la macchia era già in moto per aspettare che anche altri paesi la sostenevano nello scendere in campo a favore della popolazione libica inerme.

Strana per via del fatto che proprio in questo paese assistiamo all’entrata in campo delle forze della coalizione a difesa dei dissidenti di Gheddafi.  Ma negli altri conflitti nel nord Africa cosa si è fatto? Perché la scesa in campo contro il regime del Colonnello? Ci pare che la motivazione riportata non sia sufficientemente accettabile per giustificare una mossa del genere (la difesa della popolazione). Ma si sa quanti non vogliono il Colonnello e quanti invece si schierano al suo fianco? Si ha il quadro della situazione? O sono altre le motivazioni che spingo in una direzione ? Credo proprio di sì. E l’ha gridato lo stesso Gheddafi quando ha detto che non darà neppure un goccio di benzina all’Europa (e massime all’Italia), preferendo vedere il greggio alla Cina e al mercato orientale.  Quindi, il petrolio. Ancora l’oro nero alla base di tanto accanimento e tanto interesse che la piega “politica” degli avvenimenti andasse in una determinata direzione anziché di un’altra. E sarà anche per questo, considerando i contrari che sono stati siglati con il governo Berlusconi (si veda il metano), che l’Italia sta nicchiando e Napolitano insiste nel dire agli Italiani che non siamo affatto in guerra con questo paese.

E torniamo infine con le notizie tristissime che ci arrivano dalle sponde dell’Africa. Poco sappiamo del numero delle morti che qui si consumano; poco viene detto alla comunità internazionale, se non frasi ridontanti di retorica; mentre continua l’esodo e l’assedio a Lampedusa. Possibile che ci sia solo la forza delle armi a prevalere in questo contesto?

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