Arrestati a Brescia assessori leghisti corrotti, la nota di Grazioli

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Brescia – Non tarda ad arrivare la presa di posizione dell’Italia dei Diritti in merito alla vicenda che ha visto trarre in arresto, per tangenti, due assessori leghisti di Castel Mella, nel Bresciano. Secondo gli inquirenti un imprenditore li avrebbe corrotti per costruire un centro commerciale su un terreno con vincolo ambientale.

Sergio Grazioli, vice responsabile per la provincia di Brescia del movimento extraparlamentare, esprime tutto il suo disappunto sull’episodio. Amare le sue constatazioni: “Oggi come ieri, purtroppo, la classe politica è sottoposta al vincolo delle tangenti. I partiti devono prendere le distanze da simili atti”.

Il vice responsabile provinciale bresciano dell’Italia dei Diritti è lapidario: “La corruzione è la tassa occulta che tutta la società paga, in particolare nella nostra zona. Ne fa le spese da una parte la collettività, dall’altra il territorio”.

Grazioli chiede il pugno duro ai partiti: “Laddove viene emessa una condanna, la politica deve far in modo che essa venga rispettata. Personaggi che si macchiano di simili reati devono essere estromessi dalla politica, e non per un numero stabilito di anni, bensì per sempre. Serve un messaggio forte”.

“Non a caso – continua – il governo aveva prospettato la possibilità di un decreto anticorruzione che è fermo in Parlamento, a dimostrazione che ci troviamo di fronte ad una classe politica incapace di reagire e isolare le persone che utilizzano il loro ruolo per trarne un proprio tornaconto”.

Il referente del movimento presieduto da Antonello De Pierro esprime sdegno per la fase di stasi in cui versa la società italiana, e torna a puntare l’indice contro la legge elettorale oggi in vigore: “Il nostro sistema di voto è inconcepibile, la politica è fatta da persone che sono nominate, non elette, e questo pregiudica la qualità della classe dirigente”. L’auspicio dell’Italia dei Diritti è uno: “La legge elettorale deve essere cambiata al più presto, il rappresentante del popolo deve essere scelto dai cittadini, e non dai segretario di partito”.

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