Ancora guerra in Siria. Non si placano le manifestazioni di massa contro il governo, caratterizzate da forti scontri fra sostenitori e oppositori di Bashar al-Asad.
Oggi la chiusura di Daraa, città meridionale al confine con la Giordania. Una situazione sempre più tesa, in cui i morti di oggi ammontano a cinque. “La violenza sui manifestanti-dichiara Navi Pillay, Alto Commissario Onu per i diritti umani- dimostra la mancanza di serietà del governo nei confronti del popolo”. Ieri le vittime nella sola Jabla, sono arrivate a tredici. Scenario simile in tutto il paese venerdì, con arresti e spari sulla folla. Intanto manca anche l’energia elettrica, quindi è impossibile usare telefoni o computer per comunicare.
Il presidente siriano non si scompone di fronte violenze. In un’intervista, dichiara che questo clima è favorito da bande armate ed estremisti.