Lo ZOOM di Tommaso Soldi
Le Elezioni Amministrtive 2011 sono concluse, il dado è tratto. La situazione nel panorama nazionale si sta facendo sempre più chiara. Il Pdl ha perso terreno a vantaggio del Partito Democratico che si è attestato tutte e quattro le Città chiave di queste Amministrative. Milano, la roccaforte del partito del Presidente Berlusconi, ha cambiato volto. Se in meglio o in peggio, solo il tempo potrà dircelo, intanto il dato emerso è che c’è voglia di cambiamento. Gli Italiani sono stanchi di una politica poco attenta ad affrontare le sfide del momento e queste elezioni ce ne hanno dato una prova: se con tanta facilità, prima, il centro destra vinceva a Milano, adesso è il turno del centro sinistra. Una sorpresa? Non credo che l’elettorato Milanese abbia cambiato la propria opinione politica, in modo così massiccio, nell’arco di poco tempo, è forse più realistico pensare che molti cittadini non hanno esitazioni nel dar fiducia a un diverso esponente politico qualora rappresenti un simbolo di cambiamento. Questo è il vero dato: serve un cambiamento nella nostra politica, serve un rinnovamento nei nostri partiti.
Il Presidente del Consiglio Berlusconi, comunque, è stato messo sotto scacco. Le Amministrative hanno punito uno stile politico che poco è piaciuto all’elettorato di centro destra e ,adesso, la Lega Nord il beneficio del dubbio se lo fa venire. Bossi fu chiaro affermando che il suo partito non sarebbe andato a fondo con Berlusconi. All’interno del Pdl stesso è scoppiato un caos: la nomina di Alfano a segretario del partito ha suscitato diversi mal di pancia nella maggioranza e tutta l’area ex An potrebbe essersi sentita facilmente declassata. Insomma non si capisce bene se questo momento rappresenti veramente una svolta importante per rinnovare il centro destra o se sia solo una scialuppa di salvataggio, l’ultima occasione per salvare non tanto questo Governo, ma il Pdl stesso.
Il Terzo Polo, che era un progetto ambizioso, ma certamente non realizzabile in così pochi mesi, ha portato i risultati realisticamente possibili di cui era capace. Ad oggi non è una forza determinante nello scenario elettorale Italiano ma dobbiamo focalizzarci su un punto: non tutte le carte vincenti sono state giocate. Futuro e Libertà è nato da poco e non ha ancora quella struttura che consenta di ottenere risultati importanti in un confronto elettorale. Dal canto suo, invece, l’Udc di Casini deve schiarirsi le idee, non può avere troppa credibilità un partito che fa alleanze ovunque: da una parte con il Pdl, nella maggior parte dei casi con Fli, Api e le altre forze politiche del Nuovo Polo, ma in alcuni casi persino con il Pd e il Sel di Vendola. Ultima ma non ultima per importanza è la questione del Presidente Fini. In qualità di Presidente della Camera ha dovuto mantenere le distanze ma alla prossima occasione, quando scenderà in campo in prima persona, Futuro e Libertà potrebbe riscuotere un successo di largo consenso.
Il 12 e 13 Giugno sarà la volta del referndum. Altra importante occasione per testare la solidità di questa Maggioranza e di questo Governo. Tre punti chiave che potrebbero determinare una svolta nello scenario politico Italiano. Legittimo impedimento, nucleare e la questione dell’acqua. Tre argomenti scottanti che stanno molto a cuore agli Italiani. Ma di fronte ad una scelta che riguarda tutti è un dispiacere vedere come questa classe politica, questa nostra classe dirigente, se ne stia in silenzio. Nessuno ha preso posizioni chiare. C’è chi invita a votare ma lascia libertà di coscienza, chi invece si esprime su qualche punto ma si astiene da altri. Insomma sembra che nessuno voglia avere le idee chiare per paura di qualcosa. Il tema del nucleare è delicato quanto importante. Anni fa gli Italiani scelsero una strada sulla quale stanno vertendo molti dei Paesi che ad oggi posseggono centrali nucleari. Sarebbe saggio tornare indietro e investire su un progetto “vecchio” quando le energie rinnovabili e pulite potrebbe rivelarsi un motivo di orgoglio per il nostro Paese? Il Legittimo impedimento, invece, è argomento che interessa più qualche politico che i cittadini. La questione, eppure, dovrebbe essere semplice: chi ha incarichi di Governo è giusto che si sottragga ai doveri di cittadino difronte alla legge per svolgere il suo ruolo di Istituzione? Ma come può un uomo ricoprire un incarico Istituzionale se prima non adempie a tutti i doveri di cittadino? Un’Istituzione non è solo un ruolo che ti permette di sederti su una poltrona prestigiosa, un’ Istituzione deve essere prima di tutto un modello per gli altri, un punto di riferimento, una figura che, attraverso il suo ruolo, lavora per il bene del Paese e dei suoi cittadini. La questione dell’acqua è seria. Nessuno, in televisione come nei giornali, ha voluto affrontarla seriamente. Tanti dibattiti, tanti litigi, troppa propaganda. L’acqua è un bene prezioso di tutti e anche la gestione di essa deve rimanere cosa dello Stato a favore dello Stato. Quale imprenditore investirebbe su questo settore se non ci guadagnasse? E se le cose non vanno come sperato quali variazioni potrebbero avere le bollette del consumo privato dell’acqua? Sono temi importanti ma la politica se n’è occupata troppo poco e ha voluto lasciare la decisione agli Italiani senza nemmeno esprimersi. Ma è una decisione che riguarda tutti e il referendum stesso costa più di 300 milioni di euro. Il problema è uno, la classe dirigente dei nostri partiti è stata troppo impegnata a contare i numeri che ha guadagnato o perso in queste elezioni Amministrative.
Tommaso Soldi