Cresce il numero dei soggetti che scoprono di aver contratto il virus Hiv in fase avanzata della malattia e si stima che almeno un quarto dei 120mila soggetti Hiv positivi viventi in Italia sia inconsapevole del proprio stato. “Un dato importante che dobbiamo riuscire a diminuire ribadendo l’importanza del test, che e’ un dovere civile oltre che l’unica speranza per tenere sotto controllo il virus”, ha dichiarato Andrea Antinori, direttore Malattie Infettive allo Spallanzani di Roma, a margine della conferenza stampa di presentazione dello studio Adone, avviato per analizzare l’effetto della semplificazione della terapia ottenuta con Atripla, antiretrovirale in monosomministrazione quotidiana. Il test, “che e’ anonimo, gratuito, sicuro ed efficace”, sottolinea Antinori, e’ la grande possibilita’ per curarsi mantenendo una quotidianita’ a detta degli esperti “normale”. “Basti pensare che oggi l’aspettativa di vita puo’ raggiungere i 50 anni per un paziente giovane”, continua Antinori, tracciando il trend dell’epidemia: “I nuovi infetti hanno un’eta’ piu’ adulta (38 anni contro i 26 anni del 1986), le donne sono circa un terzo del totale e la trasmissione avviene quasi esclusivamente per via sessuale – spiega il professore – Se nella seconda meta’ degli anni’80 l’uso di sostanze stupefacenti per via endovenosa era correlato al 70% delle trasmissioni, oggi i tossicodipendenti sono meno del 10% dei nuovi infetti”.