Analisi di Frost & Sullivan: Fiat-Chrysler – Un gioco ben riuscito di diversificazione dei rischi di mercato!

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Una delle alleanze più discusse nel settore automotive, negli ultimi anni, è quella tra Fiat e Crysler, per delle buone ragioni.

Mentre le vendite del gruppo Fiat in Europa non sono state molto entusiasmanti recentemente, soprattutto a causa della situazione macroeconomica nella zona euro e dell’aumento della competizione nelle fasce di prodotto più basse, i marchi del gruppo Chrysler stanno aiutando Fiat a restare a galla sia in Europa che negli USA.

Nonostante Panda e 500 vendano bene in Europa continentale, i profitti registrati dai marchi Chrysler appaiono molto più attraenti.

A gennaio 2012, il mercato automotive statunitense è cresciuto all’incirca dell’11% rispetto al fatturato dell’anno scorso, chiaro segno di un trend positivo in un mercato che non ha assistito a picchi del genere negli ultimi quattro anni.

Le vendite di Chrysler, durante lo stesso periodo di riferimento, sono cresciute di un impressionante 40%, alla pari di Volkswagen.

Tutto ciò, in un momento storico in cui General Motors ha registrato un declino. Anche le vendite delle Jeep in Europa hanno aiutato il gruppo a raggiungere le 948000 unità vendute, portando le vendite complessive del gruppo a quota 7% nel 2011.

Chrysler è uno strumento di mitigazione del rischio per Fiat, grazie agli ingenti profitti apportati dal marchio. Questi sono i primi passi del gruppo Fiat per diventare una forza riconosciuta nel panorama automobilistico globale.

Per garantire questo successo, è attesa l’alleanza di Fiat con un marchio asiatico, che potrebbe essere Suzuki, con speciale attenzione al rafforzamento delle operazioni in area APAC, dove al momento né Fiat né Chrysler sono in grado di assumere un ruolo rilevante.
In uno scenario in cui Fiat e Chrysler stanno dando forma ad una nuova gamma di prodotti globali di tipo S-UV e C-UV, Suzuki ha dichiarato che Fiat e Crysler, che vantano nel proprio portfolio il prestigioso marchio Jeep e hanno già sperimentato un’alleanza ridotta ma proficua, sarebbero partner migliori di Volkswagen.

Entro il 2015, anno in cui Sergio Marchionne ha intenzione di fondere le due entità, il gruppo Fiat-Crysler potrebbe competere con Toyota, General Motors e Volkswagen in maniera ancora più aggressiva. Ciò giustifica il grosso debito che figura nei libri contabili del gruppo Fiat, che ammonta ad un debito netto di 5.5 miliardi di euro.

La quota di Chrysler va vista più come un investimento che come un componente che sia andato a decuplicare il debito di Fiat nell’ultimo anno. Come accade per ogni investimento con un periodo di ritorno ben preciso, il marchio Chrysler ha bisogno di tempo perché la sua performance si traduca concretamente in profitti.

Nell’ultimo trimestre del 2011, Chrysler ha registrato profitti per 225 milioni di dollari, aiutando così ad ammortizzare le perdite registrate da Fiat nel mercato domestico nel corso del trimestre precedente, se si considerano il calo del 2.4% nelle vendite di Fiat, Lancia e Alfa Romeo. La strategia del gruppo Fiat di giocare la carta Chrysler per fare leva sulla forte crescita delle vendite negli Stati Uniti si è rivelata redditizia.

Per quanto riguarda i contributi ai prodotti di fascia alta, i marchi casalinghi di Fiat hanno a malapena mostrato segnali di crescita, mentre Chrysler ha contribuito ad aumentare le entrate di oltre il doppio. Potrebbe essere prematuro valutare il debito di Chrysler sotto una cattiva luce, considerando che è previsto che i marchi Fiat e Chrysler frutteranno complessivamente almeno 1.2 miliardi di dollari nel 2012 – un obiettivo difficile da raggiungere per Fiat se dovesse farlo affidandosi ai propri marchi casalinghi.

Per maggiori informazioni su questo studio, si prega di contattare Chiara Carella, Corporate Communications di Frost & Sullivan, all’indirizzo chiara.carella@frost.com.

Chi siamo
Frost & Sullivan, la Growth Partnership Company, permette ai suoi clienti di accelerare la propria crescita e raggiungere posizioni di rilievo in termini di progresso, innovazione e leadership di mercato. La Growth Partnership Service di Frost & Sullivan offre al CEO e al suo Growth Team ricerche accurate e modelli “best practice” da seguire per guidarli nella creazione, valutazione e attuazione di efficaci strategie di crescita. Frost & Sullivan vanta 50 anni di esperienza come partner delle più importanti società a livello globale (indice Global 1000), di aziende emergenti e della comunità degli investitori, lavorando in modo capillare in più di 40 uffici distribuiti su sei continenti. Per far parte della nostra Growth Partnership, visita il sito http://www.frost.com.

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