Il Popolo sovrano. Si vota fino alle 15 di oggi, per formare il nuovo Parlamento italiano e c’è già un dato che salta evidente agli occhi: il calo di affluenza di elettori alle urne. In certe Regioni, si viaggia attorno al 5 per cento, in altre oltre il sette. Colpa anche delle condizioni atmosferiche, che certo non invogliano le persone a uscire di casa. Le previsioni, infatti, parlano del perdurare della perturbazione che porta mal tempo in tutta la Penisola. E neve anche a bassa quota, perfino sulle Isole, compresa l’Elba. Con queste caratteristiche si ha ragione di ritenere che coloro che perderanno le elezioni sbandiereranno questo dato, rappresentato dal “non voto” e dall’assenteismo, come se già sapessero che, chi non si è recato al seggio, avrebbe espresso una preferenza nei loro riguardi.
Ci sarà tempo questa sera di sentire i commenti più vari. Ma una cosa è ora certa: il Popolo è chiamato alle urne, quindi è sovrano. Lasciamo stare il discorso che le liste sono state espresse da organismi (stavo scrivendo partiti, ma non ci sono più, almeno quelli intesi nel senso classico!) politici, che hanno scelto per noi quali candidati inserire nelle liste. Lasciamo perdere discorsi relativi alle limitazioni democratiche. Il dato che il popolo italiano è andato (e sta ancora andando in questi ultimi spiccioli di tempo, prima della chiusura delle urne) a votare, è significativo. Nessuno Democrazia al mondo non può dirsi tale, se non applica un simile provvedimento.
E questo la dice lunga sul fatto che si sia scritto che i veri centri di potere sono fuori dal Parlamento. Che il nostro Paese altro non è che un mero esecutore di scelte che sono prese da holding di alta finanza sopranazionali o dalle grandi banche mondiali. Come dire che è l’aspetto economico a espellere, dal proscenio del mondo, la politica, per sostituirsi a essa nel governo planetario delle nazioni.
Credo che sia arrivato il momento della riappropriazione del terreno perso dalla politica. Ma non è l’unico aspetto che intendo sottolineare a voi, amici lettori che mi seguite, quanto anche la ventata rivoluzionaria che ha attraversato le maggiori piazze del nostro Paese e che ha portato a massificarsi il concetto di “svecchiamento del mondo della politica italiana” fatta sempre dagli stessi personaggi. Un desiderio di svecchiamento, unito alla voglia di pulizia e di riprendersi i vecchi valori ontologici del Parlamento (che sono l’onestà, la probità, il servizio verso chi ti ha eletto e non la corruzione così dilagante e l’a-moralità) è quello che ha caratterizzato questa tornata di elezioni, le prime nella storia recente della Repubblica che avvengono durante l’inverno, nelle giornate di maltempo e di caduta di fiocchi di neve in ogni luogo, perfino sul mare. Ma come dicevano i vecchi? Dalla neve usciranno dei bellissimi fiori in primavera. Allora siamo qui.., nell’attesa!