Cremona, 1680. Un alto prelato convoca Antonio Stradivari, gli consegna un’enorme somma di denaro e, dopo avergli rivelato un’oscura formula musicale, gli ordina di costruire dodici strumenti dal suono e dal potere divino. A quell’incarico il giovane liutaio dedicherà tutta la vita, portando con sé nella tomba il segreto della formula e degli strumenti. Nel 2003, in una villa alle porte di Madrid viene ucciso un magnate greco. Tutto lascerebbe pensare a un furto finito in tragedia, ma quando si scopre che nella stessa notte, a Ginevra, anche la casa del nipote della vittima era stata messa a soqquadro, il commissario Herrero intuisce che c’è qualcosa di più dietro il delitto. Che cosa cercavano, dunque, gli assassini? Herrero non ha nessun indizio concreto su cui basare le indagini, finché non viene contattato da un rabbino secondo il quale l’omicidio del greco è solo l’ultimo di una catena di crimini e abili depistaggi: fin dalla Seconda guerra mondiale, un gruppo di nazisti è alla ricerca di dodici Stradivari, custodi di un codice che rivelerebbe il mistero della creazione dell’universo.
La formula Stradivari * di Inaki Biggi (Ed. Nord, trad. di Claudia Marinelli, pp. 500, euro 18,60). 2