Cosenza – La scorsa settimana la società A2A, proprietaria del nucleo idroelettrico della Calabria, ha iniziato una attività di svuotamento del Lago Ampollino (capacità di invaso di 64.485.000 mc e una produzione di 165,780 GWh) bacino idroelettrico compreso nel perimetro del Parco nazionale della Sila. Le attività in corso, giustificate da A2A come opere di manutenzione ordinaria, sono iniziate senza che la Società stessa richiedesse le dovute autorizzazioni al Parco nazionale della Sila per come prevede l’art. 8 del D.P.R. del 14/10/2002 che Istituisce l’Ente parco nazionale della Sila.
Quello che si prospetta, a nostro avviso, è una palese violazione della legge quadro sulle aree protette, la Legge n. 394/91 e del su citato DPR istitutivo dell’Ente parco nazionale della Sila e del D.lgs. 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), poiché viene manomesso il paesaggio e alterato lo stato dei luoghi all’interno di un contesto naturalistico di elevato pregio, in zona 2 del Parco nazionale della Sila e buffer zone della Riserva della Biosfera della Sila MAB/Unesco.
Da quello che abbiamo potuto verificare da un sopralluogo svolto sul posto, anche alla presenza di personale del C.T.A. del Corpo Forestale dello Stato, che da diversi giorni sta monitorando il Lago Ampollino, e dei militari dell’Arma dei Carabinieri della Stazione di Cotronei, l’intervento messo in atto da A2A ha ridotto di oltre 16 metri il livello dell’acqua trasformando gran parte del lago in una palude, mentre in altre la mancanza assoluta di acqua, oltre a creare danni all’ambiente, ha fatto emergere non meglio identificate tubature sotterranee che sarebbe utile censire e classificare per verificare altri eventuali danni all’ambiente lacustre.
In questa situazione il paesaggio lacustre, la flora, la vegetazione e la fauna presente nel lago e lungo le sponde, oltre all’avifauna migratoria, subiscono molti e irreversibili danni per evitare i quali è urgente che i Ministeri competenti intervengano urgentemente per imporre alla società A2A il rispetto della legge, far ripristinare lo stato dei luoghi e impedire che lo scempio al paesaggio e alla biodiversità si completi.
“Occorre intervenire con urgenza e riportare la legalità in un’area protetta – afferma Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette di Legambiente Nazionale – che continua ad essere oggetto di utilizzo predatorio, da parte di piccoli e grandi devastatori, senza che l’istituzione Parco, preposta alla tutela della biodiversità, del paesaggio e del patrimonio MAB Unesco, sia stata capace di imporre il rispetto della legge e di norme nazionali e comunitarie”.
La nostra responsabilità ed il nostro interesse per il territorio del Parco nazionale della Sila e del suo corretto sviluppo socio-economico ci impone di difendere le leggi e la legalità in quello che è uno stato di diritto, dove la legge è iguale per tutti per i cittadini e per le multinazionali, per queste ragioni con i nostri legali del Centro di Azione Giuridica stiamo predisponendo gli atti per denunciare quanto sta accadendo al lago Ampollino in violazione delle leggi dello Stato.