Rapporto Pendolaria 2014 di Legambiente, In Calabria si viaggia lento: in 4 anni i treni regionali sono diminuiti del 16% e le tariffe sono aumentate del 20%

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“Legambiente Calabria, nell’ambito del rapporto annuale sulla situazione
del trasporto pendolare in Italia, denominato “Pendolaria”, ha scelto la
linea Catanzaro Lido – Lamezia come emblema del fallimento di una classe
dirigente che non ha saputo o voluto, nell’arco di circa quarantanni,
dotare la parte centrale della Calabria e la città capoluogo di un sistema
di trasporto adeguato alle nuove esigenze produttive e direzionali ed ad
una utenza che negli anni è stata letteralmente allontanata dal treno,
costringendola a rivolgersi ad altri mezzi, principalmente al mezzo
proprio, che ha costi economici e sociali non più sostenibili.”- ha
affermato Andrea Dominijanni Vice presidente di Legambiente Calabria- “In
questa occasione parliamo solo di treni, perchè aprire il capitolo
calabrese del trasporto su gomma comporterebbe un analisi che ci riserviamo
di proporre in altra occasione. Potevamo benissimo scegliere un’altra linea
ed altre realtà del trasporto ferroviario uguali o peggiori della Catanzaro
Lido – Lamezia, ma abbiamo fatto questa scelta perchè pensiamo che il
completamento della nuova linea è fondamentale per costruire un sistema di
trasporto nazionale e locale che consentirebbe alla regione di avere un
trasporto adeguato al terzo millennio.”
“Drammatica è proprio la situazione della linea Catanzaro Lido-Lamezia Terme-ha
dichiarato Tonino Tarantino di Legambiente Catanzaro – infatti dopo un
taglio di circa 10 milioni di Euro da parte della Regione sul Contratto di
Servizio avvenuto la scorsa estate la linea Catanzaro Lido-Lamezia Terme
Centrale è stata classificata come tratta a scarso traffico e vede 10
collegamenti al giorno (per senso di marcia) di cui solo 3 con treni
regionali. Il resto è stato sostituito con autobus. In pratica, si è
tornati alla sostituzione dei treni con i mezzi su gomma proprio come nel
periodo di interruzione della ferrovia tra il novembre 2011 e l’aprile
2013, a seguito del crollo di un ponte tra Marcellinara e Feroleto Antico.
Nonostante sia una linea, di 42 km, a binario unico risulta strategica
perché unisce i versanti tirrenico e jonico della Calabria tanto da aver
fatto proporre la sue elettrificazione più volte negli ultimi anni. I tagli
quindi aggiungono disagi per un’area, quella jonica, già martoriata sul
fronte del trasporto ferroviario e che già da anni non può raggiungere in
modo diretto in treno Lamezia Terme Centrale, avendo spezzato i
collegamenti Regionali provenienti dalla Jonica sud (Reggio
Calabria/Roccella Jonica) e da Crotone/Sibari, a Catanzaro Lido.”
Anche i treni a più lunga percorrenza hanno subito dei cambiamenti
importanti nel corso degli ultimi anni, mentre addirittura finiranno nel
dimenticatoio la maggior parte dei treni notturni, che almeno allo stato
attuale sono destinati a scomparire. In Calabria tra il 2010 ed 2011 sono
stati soppressi 4 Intercity notturni e addirittura 12 treni Espressi che
permettevano, con un costo contenuto, di collegare questa regione sia con
la Sicilia sia con Roma. Solo nel 2013 sono stati tagliati gli Espressi
diretti a Torino, Milano, Venezia e Bolzano, mentre nel 2012 i tagli più
gravi hanno riguardato la linea Jonica. In quest’ultimo caso oltre allamancanza
ormai di passaggio dei treni, con un solo treno al giorno tra Metaponto e
Reggio Calabria (ed un cambio a Catanzaro Lido), si assiste anche alla chiusura
di biglietterie di stazioni importanti come Sibari e Crotone. Un altro
aspetto che contribuisce a disincentivare l’uso del treno da parte di molte
persone è quello delle numerose stazioni senza servizi ed in stato di
completo degrado, come quella di Lamezia Terme-Sambiase in Calabria versa
in uno stato di totale abbandono sia strutturale sia igienico. La
situazione attualmente rimanda uno stato di abbandono dei binari, invasi
dalle erbacce, cedimento di intonaco da parte del corpo centrale
dell’edificio. Una situazione molto lontana dal progetto di metropolitana
leggera più volte annunciata e mai concretamente realizzata in quel
territorio.
E’ questo il quadro dei servizi e gli scenari del servizio ferroviario
pendolare in Calabria che emerge dal Rapporto Pendolaria 2014 di
Legambiente, presentato questa mattina a Catanzaro da Legambiente Calabria,
in cui si fa il punto della situazione emersa dal 200 al 2014, e si
lanciano proposte al nuovo governo regionale.
“Se è vero che gli anni tra il 2010 ed il 2014 sono stati particolarmente
critici per i pendolari – ha commentato Andrea Dominijanni Vice presidente
di Legambiente Calabria – e sono state molte le Regioniche hanno deciso di
tagliare i servizi (meno corse e meno treni) e di aumentare il costo di
biglietti edabbonamenti, in Calabria questi tagli sono stati profondi
tant’è che nel solo 2014 la Regione ha ridotto di un 8% il taglio dei treni
regionali, un servizio già fortemente deficitario che nel quadriennio ha
segnato un drammatico -16%, mentre il costo del biglietto nel solo 2014 ha
segnato un +20%. Perciò chiediamo che si cambi verso e si garantisca un
servizio fondamentale per la comunità calabrese che, fino a oggi, ha dovuto
fare i conti con un servizio sempre più carente sia in termini di qualità
che in quantità di treni circolanti”
Un quadro drammatico del trasporto ferroviario in una Regione con un forte
deficit di servizi di trasporto pubblico che aspetta un cambio di rotta
totale, servono efficienza, regole certe, investimenti finanziari con meno
sprechi e più qualità, per dare alla Calabria un servizio ferroviario degno
di questo nome.

“ In Calabria le linee ferroviarie, gestiste da Trenitalia e Ferrovie della
Calabria, si estendono per 1.327 km e sono frequentate da 23.500 utenti al
giorno – dichiara Aldo Perrotta responsabile di Legambiente Catanzaro – ma
nel bilancio del 2014 la spesa per il trasporto ferroviaria pendolare è
stata pari a zero euro. E questo non trova nessuna giustificazione anche
alla luce delle difficoltà, che ben conosciamo, del bilancio della Regione
se persino per la Comunità dei calabresi nel mondo sono stati trovati
190mila euro, per non parlare delle spese per fiere di paese o di
rappresentanza che la Regione garantisce al ceto politico, siamo convinti
che qualcosa in più si poteva fare per i pendolari”.
Dal 2000 Alle Regioni spetta definire con i gestori, operanti in
concessione sul proprio territorio, la quantità, i costi e gli standard di
qualità dei servizi ferroviari erogati. Le prestazioni sono stabilite nei
cosiddettiContratti di Servizio (CdS), con il quale da un lato l’impresa
ferroviaria s’impegna all’erogazione di un quantitativo di treni*km ed al
rispetto di determinati indici di qualità (relativi a pulizia, comfort,
informazione e puntualità delle corse), dall’altro l’amministrazione regionale
stabilisce un corrispettivo economico per l’erogazione di tali servizi. In
ultimo, il Contratto di Servizio stabilisce le penali da applicare al
gestore dei servizi in caso di mancato rispetto degli indici di qualità
definiti dallo stesso Contratto.
“Il contratto di servizio, che nel solo 2013 è costato ai calabresi 112, 8
milioni di euro, di cui 85,95 per Trenitalia e 26,85 per Ferrovie della
Calabria – continua Perrotta – non prevede nemmeno penali a carico dei
gestori per la soppressione dei treni, e queste in Calabria sono state, di
media, 230 al mese. In vista della scadenza del contratto di servizio
vigente, prevista al 31 dicembre 2014, chiediamo che nel nuovo bando, oltre
alle penali, ai gestori siano fatte richieste su standard di pulizia,
frequenza dei treni e modernità dei convogli, tutte misure che permettono
di recuperare soldi da rigirare ai pendolari sotto forma di abbonamenti
gratuiti e di ulteriori servizi ferroviari aggiuntivi. Il ruolo dei
contratti di servizio, in una situazione di risorse scarse come quella che
si delinea in Calabria, sarà decisiva anche per rendere più efficiente il
servizio e uscire da una deresponsabilizzazione per cui non vi è alcun
controllo dei biglietti ma neanche della puntualità”.

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