Sulla lettera inviata oggi dal Presidente della Repubblica al Presidente del Consiglio Berlusconi e a Schifani e Fini, ecco la nota di chiarimento del Quirinale.
In relazione alle indiscrezioni raccolte dalle agenzie di stampa in altri ambienti, si precisa che la lettera inviata dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il 9 aprile ai Presidenti del Senato, della Camera, del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’Economia e delle Finanze, era riferita alla promulgazione della legge di conversione del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5 recante misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi, in un testo ampiamente modificato nel suo contenuto e nel numero di articoli rispetto al decreto legge originariamente emanato.
La lettera riprendeva osservazioni già sottoposte fin dalla scorsa legislatura all’attenzione dei Presidenti delle Camere e del Governo sulla necessità che la emendabilità dei decreti-legge nel corso dell’iter di conversione si mantenga rigorosamente nei limiti imposti dalla natura straordinaria della fonte prevista dall’art. 77 della Costituzione e dello stesso procedimento parlamentare di conversione in legge, che deve concludersi nel termine inderogabile di 60 giorni, anche alla luce del possibile sindacato che la Corte Costituzionale ha recentemente ritenuto di esercitare in relazione a decreti convertiti in legge.
Si rilevava, in particolare, che sottoporre al Presidente della Repubblica per la promulgazione, in prossimità della scadenza del termine costituzionalmente previsto, una legge che converte un decreto-legge notevolmente diverso da quello a suo tempo emanato, non gli consente l’ulteriore, pieno esercizio dei poteri di garanzia che la Costituzione gli affida, con particolare riguardo alla verifica sia della sussistenza dei requisiti di straordinaria necessità ed urgenza sia della correttezza della copertura delle nuove o maggiori spese, ai sensi degli articoli 77 e 81 della Costituzione, per la necessità di tenere conto di tutti gli effetti della possibile decadenza del decreto in caso di esercizio del potere di rinvio ai sensi dell’art. 74 della Costituzione.