Gli studi di Microzonazione Sismica nei territori colpiti dagli eventi sismici del 2016-2017

Una giornata di presentazione delle attività svolte dal Centro per la Microzonazione Sismica

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Il prossimo venerdì 4 maggio dalle ore 9 alle 14 si terrà, presso la Sala Convegni della sede centrale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (P.le Aldo Moro 7, Roma), una giornata di presentazione delle attività svolte dal Centro per la Microzonazione Sismica (CentroMS) coordinato dal CNR a supporto delle zone colpite dal sisma due anni fa.Quando avviene un terremoto, la conformazione del territorio e le condizioni geologiche locali possono modificare gli effetti della scossa anche tra aree molto vicine. Questi effetti possono essere temporanei, nel caso di amplificazioni del moto sismico, oppure permanenti, nel caso di frane, sviluppo di fagliazione superficiale, liquefazione dei terreni e cedimenti differenziali.

La microzonazione sismica è lo strumento che consente di studiare le caratteristiche geomorfologiche e geologiche locali che intervengono nell’alterazione del moto sismico e, per quanto possibile, di quantificarne l’entità. Essa riveste quindi un ruolo chiave per la pianificazione del territorio e il supporto alla progettazione degli interventi sui manufatti.

L’Italia è tra i pochi Paesi che utilizzano in modo sistematico la microzonazione sismica come strumento di prevenzione e mitigazione del rischio sismico. In particolare, è l’unico Paese al mondo che, in tempo ordinario, abbia pianificato la microzonazione sismica su tutto il territorio nazionale, con modalità di realizzazione, criteri e standard di esecuzione e archiviazione dei risultati appositamente normati. Dopo il terremoto in Abruzzo del 6 aprile 2009, attraverso l’istituzione del Piano nazionale per la prevenzione del rischio sismico (art. 11, Legge n. 77/2009), sono stati infatti finanziati e affidati a esperti professionisti gli studi da realizzare secondo gli “Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica”, approvati nel 2008 dal Dipartimento della Protezione Civile e dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

Ad oggi, in oltre duemila Comuni italiani sono stati finanziati e realizzati studi di microzonazione per individuare zone a comportamento sismico omogeneo (livello 1), propedeutici agli approfondimenti finalizzati a calcolare gli effetti di sito (studi di livello 2 e 3). Questi ultimi, in particolare, richiedono conoscenze specifiche di modellazione geofisica e analisi numerica ancora poco diffuse. Per questo motivo, tali studi sono spesso condotti attraverso l’integrazione delle competenze professionali di geologi e ingegneri con quelle degli Enti di ricerca e delle Università, che realizzano in questo modo un naturale passaggio di conoscenze e la formazione dei professionisti impegnati sul territorio. Gli eventi sismici che hanno interessato l’Italia centrale dal 24 agosto 2016, anche a causa di un’estensione del fenomeno che coinvolge ben 138 Comuni e quattro Regioni, hanno reso necessaria un’accelerazione di questo processo.

“Il CNR, insieme con l’intera comunità scientifica, svolge a tale riguardo un ruolo fondamentale di supporto, affiancando tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione degli studi. Il Centro per la Microzonazione sismica, costituito da 25 soggetti tra Enti di ricerca e Dipartimenti universitari (elencati in calce), si è reso quindi disponibile a supportare il Commissario straordinario del Governo per il coordinamento tecnico-scientifico degli studi realizzati nei 138 Comuni maggiormente colpiti dal terremoto”, commenta il presidente del CNR, Massimo Inguscio. “Si è trattato, senza dubbio, del più vasto e complesso studio di microzonazione sismica post-evento mai realizzato in Italia attraverso un’attività coordinata di Governo, Regioni, Amministrazioni Locali, comunità scientifica e delle professioni. Le attività hanno generato un effetto virtuoso di amplificazione delle conoscenze scientifiche e delle competenze tecniche, in un’ottica di prevenzione e di riduzione del rischio sismico, che proietterà i suoi effetti sulla società civile per molti anni a venire. Gli studi miglioreranno notevolmente la conoscenza del territorio, a supporto delle valutazioni di chi sarà impegnato nella pianificazione e nella progettazione della ricostruzione”.

“Il prossimo 4 maggio”, afferma Paola De Micheli, Commissaria per la ricostruzione post sisma 2016, “presenteremo i risultati di un esempio virtuoso, in Italia e nel mondo, di studio del territorio. La collaborazione inter-istituzionale, promossa dalla struttura commissariale tra il CNR, le Regioni e gli Enti locali delle aree colpite dagli eventi sismici del 2016/2017, ha permesso di realizzare un’indagine di alto valore scientifico, coordinata su un ampio territorio. Sono state condotte ricerche geologiche e geofisiche di dettaglio”, conclude De Micheli, “sulle caratteristiche del sottosuolo e realizzata una mappatura accurata fondamentale per avviare, a tutela delle comunità che vivono in queste aree del centro Italia, il nostro piano di messa in sicurezza dei territori fragili sotto il profilo idraulico e a rischio idrogeologico”.

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