A pochi giorni dall’avvio del Regolamento Europeo sulla Protezione dei dati personali lo stato di attenzione si mantiene alto. Sono ancora poche le aziende in Italia, specie quelle del settore Sanità, ad essere pienamente conformi alle nuove regole. In verità qualcuno ha sperato fino all’ultimo in un rinvio ed anche se così non è stato, si torna a guardare ad un’altra data imminente, quella della pubblicazione dei decreti attuativi (agosto 2018).
Come se questo possa costituire una “sanatoria – dilazione”mascherata.
I più prudenti – quelli fortunatamente ci sono sempre – si sono nel frattempo cautelati, attivando le necessarie modifiche sui siti web, anche se questo è solo un aspetto del problema. Fa molta impressione però la voce circolata insistentemente che qualche sito è già stato oscurato perchè non in regola con le direttive del Regolamento europeo.
Tra tanti adempimenti e tante nuove spese ( si è calcolato che il Regolamento europeo alla fine si traduca in una nuova spesa per aziende, grandi o piccole non importa) ci sono anche le novità positive per il mercato del lavoro. Il Sole24Ore in un recente articolo ha parlato di almeno 40.000 nuove opportunità lavorative per una nuova figura professionale, prevista proprio dal Regolamento europeo.
Si tratta del DPO (Data Protection officier) tradotto in italiano RPD (Responsabile della Protezione dei dati). Sarebbe una bella boccata d’aria per i giovani in circolazione ed in cerca di una attività ben remunerata. Essere DPO non richiede alcun titolo particolare, se non una dimostrabile e ben certificata conoscenza della norma in questione.
Che si può anche ottenere online con i corsi a distanza che molte aziende della formazione hanno messo in cantiere. Insomma una opportunità che tutti i giovani, più o meno inoccupati, o del tutto a spasso, dovrebbero cercare di non perdere.
Per non stare a guardare la segnalazione è d’obbligo: