Molinaro: serve assumersi le responsabilità e non abusare dell’educazione degli Agricoltori

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Una cosa è certa e anche il tenore della replica alla nostra nota con la quale si metteva in evidenza il ritardo o meglio i non pagamenti per 100milioni di €uro della Regione ne è eloquente dimostrazione: la Regione non è riuscita a mettere la macchina in carreggiata, sia per le risorse del PSR e prima ancora per pagamenti a superficie e zootecnia. La sindrome di dimostrare di essere “i primi”, è l’assillo costantemente presente. Quasi un mantra. Le tabelle, che certificano il “mal comune mezzo gaudio” che il Dipartimento Agricoltura esibisce – precisa Coldiretti – “non ci bastano e peraltro sono illeggibili”. Si vuole dimostrare di essere in linea con i pagamenti? Allora – aggiunge Coldiretti – si rendano pubblici gli elenchi delle domande con indicati: importo richiesto, ammesso e liquidato così, ai calcoli teorici di ARCEA si potranno contrapporre e valutare la correttezza dei diritti, la regolarità amministrativa delle domande e delle istruttorie, spesso lunghissime nei tempi, irrazionali o senza spiegazioni nel risultato. Pare invece che l’impegno della Regione sia di a scalare le classifiche che però (ahinoi!!) non mettono al centro l’agricoltore e la misurazione dei risultati delle politiche. “ Ribadiamo, poiché dato ineludibile – conferma Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabra – il forte ritardo dei pagamenti; la Regione -aggiunge – continua ad essere incapace nell’assegnazione certa e precisa delle risorse ad ogni singolo agricoltore che ha fatto domanda sui bandi del PSR. Si Presidente Oliverio: la tensione è altissima in chi deve ricevere i pagamenti del 2016 e del 2017. Sono ancora migliaia, e non si può continuare con gli annunci o peggio essere convinti che facendo ricorso alla media del pollo di Trilussa tutti hanno ricevuto i soldi. Non si può esaltare – evidenzia – il confronto con chi è riuscito a fare peggio della Calabria; è come dire non siamo soli ma siamo in buona compagnia. Questo – rimarca – sono i dati di fatto che misuriamo tutti i giorni, confermati dalla replica di Arcea. Siamo ancora più preoccupati nel riscontrare il persistere dell’irresponsabile affidamento ai dati finanziari del sistema informatico che, per stessa ammissione della Regione, non funziona ed è inaffidabile. I dati che continuiamo ad evidenziare – precisa – si basano sulla verifica dei procedimenti amministrativi emessi in successione alle istruttorie che determinano gli importi ammessi ed ancora non pagati. Una domanda è d’obbligo. Chi sono i responsabili della mancata correzione degli indicatori di controllo per le misure a premio (VCM- Verificabilità e Controllabilità delle Misure PSR), sottoposti ai processi di verifica massiva i cui ingranaggi risultano inceppati da oltre due anni che hanno generato le cosiddette anomalie che determinano il parziale o completo mancato pagamento?” Insomma – rileva Coldiretti – se il sistema informatico nazionale è un buco nero, l’incertezza, l’indeterminazione e l’inerzia dei poteri amministrativi in capo all’Autorita’ di Gestione ed al Dipartimento all’Agricoltura sono una voragine che rischia di inghiottire l’agricoltura calabrese. Le domande lecite sono anche altre. Che senso ha continuare a gestire il PSR senza avere un sistema informatico autonomo per la gestione dei pagamenti? Qual è il senso di bloccare i pagamenti per aspetti informatici e non di sostanza? Cosa impedisce nelle more che vengono risolti i problemi “tecnici” di procedere dando forza ai provvedimenti “cartacei”? Le norme unionali, invocate da ARCEA, prevedono che l’Autorità di Gestione e l’Organismo Pagatore, nel ciclo di programmazione devono rivedere le misure di controllo (VCM) che non soddisfano le condizioni di efficientamento delle erogazioni. Ricordando al Presidente Oliverio che non sono soldi da ricevere in regalo, Coldiretti e gli agricoltori ad oggi penalizzati non si rassegnano e non rinunciano al diritto di incassare le risorse necessarie alla vita delle aziende. “Carissimo Presidente – conclude Molinaro – non bastano più i palliativi di annunciare l’apertura di “cantieri” o continuare nello scarica barile presente in Dipartimento, con continue notizie di rotazioni di Dirigenti e della burocrazia regionale. Pensiamo, anzi potremmo dire ” terra terra” che l’agricoltura calabrese ha bisogno di NORMALITA’! Dopo quasi quattro anni bisogna avere il coraggio di assumersi le responsabilità e non continuare a mettere a dura prova l’educazione degli agricoltori.

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