Rebiya Kadeer, la più nota dissidente della Cina, si racconta in questo libro che è, al contempo, un’autobiografia e una fotografia impietosa di un regime spietato. Ha assistito al fallimento disastroso del grande balzo in avanti, ha subito la rivoluzione culturale, con la famiglia di etnia uiguri e religione musulmana è stata cacciata più volte dalla propria terra e più volte ha dovuto ricominciare tutto daccapo. Da semplice lavandaia è diventata imprenditrice e miliardaria: è stata a lungo il simbolo della donna emancipata nella Cina convertita al neocapitalismo e ha partecipato alla Quarta conferenza mondiale sulle donne dell’ONU tenutasi a Pechino nel 1995, ma da quando si è rifiutata di dissociarsi dalle parole del marito, dissidente ed esule negli Stati Uniti, Rebiya Kadeer è stata sottoposta a una feroce persecuzione e i suoi undici figli hanno subito ritorsioni e rappresaglie. Imprigionata, ha trascorso in carcere cinque anni, fino al 2005, quando è stata rilasciata in seguito alle pressioni dell’opinione pubblica mondiale e in particolare degli Stati Uniti dove attualmente risiede.
* La guerriera gentile * di Rebiya Kadeer con Alexandra Cavelius (Ed. Corbaccio, trad. di Leonella Basiglini, pp. 396, euro 22,60).