Fu la prima città greca in Italia e diventò una culla della cultura d’occidente.
La culla d’occidente à dove profetizzava la Sibilla, dove cantavano le Sirene, dove erano imprigionati i Giganti. Là dove si incontrano leggende e archeologia. Cuma, sulla costa campana, è forse la meno conosciuta tra le città della Magna Grecia, eppure riveste un’importanza difficilmente eguagliabile. Innanzitutto per un primato: è stata infatti la prima città greca… fuori dalla Grecia, modello per tutte le altre colonie.
Ma è stata anche il luogo dove i miti di Omero e di Esiodo sono stati rielaborati e ambientati, e da qui hanno plasmato la cultura occidentale. «Cuma è la culla del mito occidentale», dichiara Filippo Demma, direttore Studi del Parco archeologico dei Campi Flegrei. Non solo. Il ruolo della città, oggi parte dell’area metropolitana di Napoli, è stato cruciale nello stabilire gli equilibri della penisola italica e nel permettere l’ascesa di Roma. Ecco come.
I PRIMI PASSI. «Erano Eubei, della città di Calcide, i primi Greci che nel corso dell’viii secolo a.c. erano approdati nel golfo di Napoli, stanziandosi in forma stabile prima nell’emporio commerciale sull’isola di Ischia e poi nella colonia di Cuma sulla terraferma», spiega Lorenzo Braccesi, già docente di Storia greca a Torino, Venezia e Padova.
(da Focus, la Storia)