Luka Modric, vincitore del Pallone d’Oro 2018, ha rilasciato la consueta intervista a France Football, passando in rassegna la sua carriera e la vita privata.
Il primo trofeo: “Avevo 15 anni ed ero in prestito dalla Dinamo Zagabria allo Zrinjski Mostar. I tifosi mi hanno eletto miglior giocatore, è stato il mio primo premio individuale. C’è un detto che dice Le cose migliori non arrivano mai con facilità, questo è il mio credo. La mia vita è stata contrassegnata da lotta e duro lavoro per raggiungere gli obiettivi. Non è stato facile, ma ce l’ho fatta”.
I rifiuti di Hajduk Spalato e Arsenal: “A 18 anni non avrei mai immaginato di arrivare a questi livelli, ma sognavo di giocare in una grande squadra. La bocciatura di Wenger è stato un nuovo ostacolo da superare”.
Fisico gracile: “Non mi sento inferiore a nessuno sul piano atletico, sono più forte di quanto si possa immaginare”.
La premonizione di Zidane: “Avevo bisogno di sentirmi un giocatore chiave della squadra, con lui abbiamo giocato davvero bene a calcio. Mi disse che un giorno avrei vinto il Pallone d’Oro e quando uno con la personalità e la storia di Zidane dice queste cose, ti dà fiducia. Lo ammiravo e rispettavo come calciatore”.
Messi e Cristiano Ronaldo: “Nessuno può essere paragonato a loro nella storia, sono i migliori di questo sport, di un altro livello. Non hanno ancora finito. Nella storia resterà la mia vittoria dopo le loro. Un giocatore della piccola Croazia”.
Il paragone con Cruyff: “Un onore immenso, era un giocatore e un allenatore immenso. Ho preso il 14 nel Tottenham e in Nazionale in suo onore e perché il 10 non era disponibile”.
La delusione Mondiale: “Credo che una sola partita non possa decidere un premio così importante. La tristezza si è trasformata in allegria al nostro rientro in Croazia. Abbiamo avuto la sensazione di aver vinto lo stesso il Mondiale”.
Il modello: “Sicuramente Zvonimir Boban. Avevo 13 anni quando la Crozia perse la semifinale del Mondiale nel 1998, contro la Francia un’altra volta. Boban è stato una fonte d’ispirazione per me. Ai tempi del Tottenham ricevetti un suo messaggio in cui mi diceva che avrei potuto chiamarlo. Pensavo fosse uno scherzo, ma la conversazione con lui mi è servita psicologicamente”.
Normalità: “Mi considero una persona normale e mi comporto come tale. Mi fa felice che qualcuno normale possa vincere il Pallone d’Oro”.