Urne aperte in India per il rinnovo del parlamento: un’elezione che non ha pari per dimensioni. Il 10% della popolazione mondiale, 900 milioni di persone, è coinvolto nella tornata elettorale, che richiede più di un mese per il suo svolgimento. Si vota per i rappresentanti di 91 collegi in 20 Stati, in quello che viene visto come un referendum sul Primo Ministro Narendra Modi.
Leader del partito nazionalista induista, governa da cinque anni con una solida maggioranza che questa volta potrebbe non essere così netta.
Il principale sfidante di Modi è Rahul Gandhi, erede di una dinastia di primi ministri oggi alla guida del Congresso indiano, il primo partito a emergere dopo l’indipendenza, nel ’47. Ma ci sono anche nuovi movimenti regionali che potrebbero fare concorrenza al premier in carica.
Economia in crescita tra forti contrasti
Uno dei nodi principali di queste elezioni è quello economico: in un Paese che cresce del 7% l’announa persona su cinque vive sotto la soglia di povertà e c’è carenza di posti di lavoro, soprattutto per i giovani. In quindici milioniandranno alle urne nelle prossime settimane.
Determinante sarà anche il voto degli agricoltori, in rivolta per la sovrapproduzione che ha causato il crollo dei prezzi e l’indebitamento per molte famiglie.
Il conflitto con il Pakistan
Ma anche la sicurezza nazionale è un tema cruciale, per il costante rischio di crisi con il Pakistan: da oltre cinquant’anni i due Stati confinanti si contendono la regione di confine del Kashmir. I raid aerei indiani, in risposta all’attentato suicida di un gruppo terroristico con base in Pakistan, a febbraio scorso, hanno fatto temere l’escalation tra le due potenze nucleari, ma sono state viste come una vittoria, in patria, del Primo Ministro Modi.