E’ il quinto giorno di stallo per la Sea Watch, con a bordo buona parte dei migranti soccorsi al largo di Zawiya in Libia lo scorso 12 giugno, mentre poco dopo le 21 la Guardia di Finanza domenica 16 giugno è salita a bordo per notificare il decreto di sicurezza bis entrato in vigore sabato.
Dopo il via libera allo sbarco da parte del Viminale di alcuni minori, donne incinta e persone malate, trasferiti a Lampedusa con una motovedetta della guardia costiera, sono in tutto 43 i migranti rimasti a bordo.
Il nuovo decreto prevede la confisca della nave alle ONG che in precedenza proprio come la Sea Watch hanno effettuato l’ingresso in Italia senza autorizzazione, decreto che il ministro Salvini aveva subito reclamato a soccorso avvenuto della nave. Atto che secondo il ministro è stato pari a una pirateria, mentre conferma la volontà di non far sbarcare a Lampedusa i migranti rimasti a bordo. Per Salvini, contrariamente a quanto affermano le organizzazioni internazionali e al stessa Sea watch, la Libia è un porto sicuro e in missione da Washington ha ribadito “per me può stare lì per settimane, per mesi, fino a Capodanno”.
I finanzieri non avrebbero pero’ al momento contestato alcun reato limitandosi alla consegna della notifica. A circa 16 miglia di distanza da Lampedusa intanto la Sea Watch continua a chiedere “un porto sicuro”, e definisce il decreto non necessario mentre a bordo le condizioni dei migranti salvati martedì scorso continuano a destare loro preoccupazione.