Nel 1809 la granduchessa di Toscana Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone e titolare dell’isola d’elba, ricevette una supplica da parte dei funzionari locali: bisognava fare qualcosa per sostenere l’economia dell’elba. Il risultato fu il cosiddetto Privilegio dell’imperatore, un documento recentemente ritrovato grazie al lavoro di Gloria Peria, direttore degli archivi storici dell’isola d’elba: Napoleone in persona disponeva per i vini elbani l’immediata abolizione delle tasse di pedaggio e la libera esportazione verso le coste italiane, anch’esse all’epoca francesi, se fossero stati provvisti di un certificato di origine.
Napoleone, condottiero e statista di cui ricorrono i 250 anni dalla nascita, avvenuta il 15 agosto 1769, aveva così istituito la prima Doc elbana. Se i vitigni dell’isola sono prosperati fino ai giorni nostri è dunque anche merito del còrso che di eredità in Italia ne ha lasciate più di una. Sì, perché tutte le volte che perdete una partita a scacchi, fate la fila all’ufficio postale, siete in coda sulla statale del Sempione, sappiate che c’è una persona che dovete “maledire” più di tutte. Si tratta proprio di Napoleone. Vediamo perché (e in quali altri campi il còrso ha lasciato il segno).