Il missile Usa che può rilanciare la guerra fredda

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Russia e Cina vogliono vederci chiaro sul progetto americano di sviluppare i missili a medio raggio. Per questo hanno chiesto una sessione straordinaria del Consiglio di sicurezza dell’Onu che si terrà giovedì. Il Pentagono ha detto di aver fatto un test con un missile partito dall’isola di San Nicolas che ha colpito un bersaglio a 500 km di distanza. Ora il rischio di una nuova corsa agli armamenti diventa reale, Trump e Putin hanno deciso di stracciare il trattato (Inf), firmato nel 1987 da Ronald Reagan e Michail Gorbaciov, che limitava l’uso di armi nucleari e convenzionali, ponendo di fatto fine alla Guerra Fredda.

“Il test è stato preparato da lungo tempo – dice Sergej Lavrov, ministro degli Esteri russo – molto prima del 2 agosto, quando il trattato è formalmente scaduto. Lo abbiamo saputo ad ottobre quando John Bolton è venuto a farci visita. E ci ha detto che le parole di Trump sulla necessità di ritiro dal trattato, non erano un invito al dialogo ma una decisione irrevocabile già presa”.

Per gli Stati Uniti la Russia ha già da tempo violato il trattato creando a partire dagli anni 2000 un supermissile in grado di volare per 2500 chilometri. Si tratta del Novator 9M729 (chiamato SSC-8 dalla Nato), misura da 6 a 8 metri di lunghezza, 0,53 metri di diametro e può avere una carica convenzionale o nucleare. Secondo gli americani i russi avrebbero già fatto due test nel 2014 e 2015. Mosca già in passato ha risposto a Trump a sua volta accusando gli Usa di trasgredire il trattato Inf con il loro scudo spaziale nell’Europa dell’Est. E per quanto riguarda il Novator 9M729 per i russi la sua gittata sarebbe molto più breve: non oltre i 480 chilometri.

La reazione della Cina

L’obiettivo della Casa Bianca potrebbe essere quello di coinvolgere anche la Cina in un nuovo accordo per limitare la proliferazione delle armi, con l’obiettivo soprattutto di vincolare la superpotenza asiatica, impegnata a sviluppare un arsenale che potrebbe ben presto sopraffare quello americano. Ma da Pechino non arrivano per ora segnali positivi. Anzi, per le autorità cinesi il test Usa dà il via a una nuova corsa agli armamenti “che avrà un grave impatto negativo sulla sicurezza internazionale e regionale”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shang. E il nuovo scenario rischia di alimentare le tensioni soprattutto nelle acque contese del Mar del sud della Cina.

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