Sette imbarcazioni nel giro di 24 ore. Sono 265 i migranti arrivati in una sola giornata a Lesbo dalla costa turca. Ad accoglierli volontari e membri delle ong. Tra i nuovi arrivati ci sono anche diversi bambini. Alla fine del viaggio c’è chi gioisce e chi scoppia in lacrime.
Una ragazza sfoga la propria rabbia colpendo con un coltello il gommone su cui è arrivata. Per gli operatori che lavorano sull’isola non si tratta di una scena inedita. Stando alla ong Refugee Rescue gli arrivi degli ultimi giorni non rappresentano un’anomalia.
Stando alle cifre fornite dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati il mese di settembre ha visto un incremento notevole degli sbarchi.
“A settembre sono arrivate più di 10mila persone nelle isole dell’Egeo, quasi 5mila solo a Lesbo – dice Theodoros Alexelis, portavoce dell’Alto Commissariato -. Questo è stato il mese con il maggior numero di arrivi da quando è entrato in vigore l’accordo tra l’Unione europea e la Turchia nel marzo del 2016. L’isola è in stato di emergenza. Il governo greco, con il sostegno dell’Unione Europea, deve adottare delle misure e trasferire circa 4mila rifugiati e migranti”.
L’Alto Commissariato ha allestito un piccolo accampamento vicino alla costa per l’accoglienza di rifugiati e migranti. Qui i nuovi arrivati vengono visitati dai medici, possono mangiare e riposarsi prima di partire per il campo profughi di Moria, che ospita già 12mila persone, costrette a vivere in condizioni precarie a causa del sovraffollamento.
Qualche giorno fa almeno due persone sono morte e una quindicina sono rimaste ferite nell’incendio di un container dove abitano diverse famiglie. L’incidente ha scatenato la rabbia dei migranti, che hanno chiesto a gran voce di essere spostati sulla terraferma e si sono resi protagonisti di diversi scontri con le forze dell’ordine, oltre ad appiccare altri incendi all’interno e all’esterno del campo.