“Attenzione, il governo introduce leggi tese a nascondere cosa accade”. Così i sindacati dei giornalisti australiani, impegnati nella campagna “you right to know” per la libertà di stampa e questo lunedì in Australia, i quotidiani sono usciti muti, con le prime pagine oscurate per protesta.
Tutto iniziò quest’estate quando la polizia ha perquisito dei reporter autori di importanti inchieste applicando leggi nazionali sempre più restrittive.
Il nuovo capo della polizia Reece Kershaw in audizione al parlamento ha sottolineato che: “L’indipendenza della polizia e la libertà di stampa sono dei pilastri fondamentali che coesistono nella nostra democrazia. Io credo fortemente in entrambi ed è l’approccio che intendo seguire”, ma la battaglia non si preannuncia facile.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso: perquisizioni al Suday Telegraph e alla ABC
Al centro delle indagini di polizia giornalisti di ABC e del Sunday Telegraph. A giugno la polizia ha fatto irruzione nella sede dell’emittente radiotelevisiva pubblica ABC, a Sydney. La perquisizione ha interessato due giornalisti e il direttore del settore news, nell’ambito di un’indagine su un’inchiesta pubblicata due anni prima su uccisioni sospette e altri episodi di cattiva condotta delle forze speciali australiane in Afghanistan. Questi colleghi rischiano la prigione come pure la giornalista del Sunday Telegraph, perquisita anche lei, che ha firmato articoli su un piano segreto del governo per controllare conti, messaggi e mail dei cittadini a loro insaputa, senza il loro consenso.
All’origine di tutto una legislazione per la sicurezza nazionale sempre più restrittiva che include anche la stampa nei meccanismi di stretto controllo.