Oltre un milione di persone tornano a invadere le strade di Santiago, mentre il governo revoca lo stato d’emergenza e sospende il coprifuoco. Il Cile cerca di voltare pagina pacificamente, togliendo l’esercito dalle strade, che a troppi ricordavano gli anni bui della dittatura di Pinochet.
Dopo quella che si ritiene essere stata la più grande manifestazione nella storia del Paese contro le diseguaglianze, il carovita, la corruzione, il capo dello Stato, Sebastián Piñera, annuncia un vasto rimpasto di governo: “Ho chiesto a tutti i miei ministri di rassegnare le dimissioni per formare un nuovo governo che sia in grado di affrontare queste nuove richieste e di gestire il futuro”, ha detto Piñera.
Resta il problema dell’immensa diseguaglianza e del totale sbilanciamento delle ricchezze del Paese. Il bilancio di una settimana di violenze è di 19 morti, oltre 7.000 arresti e danni all’economia stimati in almeno 1,4 miliardi di dollari.