San Marco inondata e danneggiata a Venezia, dove la cripta e la basilica sono state completamente sommerse e nel momento di picco della marea – quando l’acqua ha sfiorato il metro e 90 cm, a causa del vento scirocco che ha toccato i 100 KM/h – al livello della pavimentazione si è toccato oltre il metro d’acqua.
Il Primo procuratore Carlo Alberto Tesserin ha rilevato già i primi danni. La «chiesa d’oro» infatti è stata invasa nel suo corpo principale con l’acqua ritiratasi solo dopo 16 ore. Allagati anche qualche decina di metri quadri del millenario pavimento a mosaico in marmo, situato di fronte all’altare della Madonna Nicopeia e inondati completamente il Battistero e la Cappella Zen. Bagnato inoltre il Nartece, i monumentali portoni in bronzo bizantini, le colonne e i marmi.
Alla distesa di danni, tutti ancora da conteggiare, fanno eco i problema di chi abita la città lagunare. Un giovane veneziano ha riferito di come, automaticamente, non appena il livello dell’acqua sale, le abitazioni, che sono poste al livello della terra, vengono subito invase dall’acqua.
Si conta anche una vittima, un anziano di 78 anni che nell’isola di Pellestrina è rimasto fulminato, per un corto circuito, mentre la marea gli entrava in casa. Mentre una seconda vittima sarebbe avvenuta, sempre a Pellestrina, per cause naturali.
L’altra faccia della medaglia del “caso Venezia” riporta a galla il tema del Mose, il sistema di barriere mobili contro le acque alte che ancora non è stato ultimato, e che lascia Venezia in balia di catastrofi naturali. Il Mose risulta poi tra i 41 appalti commissariati dall’Anac (Agenzia nazionale anticorruzione). L’ultimo intoppo dopo l’allungamento dei tempi per la costruzione e lo scandalo legato alle tangenti è arrivato durante la fase di test delle paratoie, avviata a luglio e che stava per concludersi in una data simbolica: il 4 novembre del 1966 la prima grande inondazione della città lagunare. Questa è la seconda.
I danni in città sono gravi. Gondole e barche strappate dagli ormeggi e spinte sulle rive, tre vaporetti affondati, altre imbarcazioni alla deriva. Intanto i vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte per spegnere un incendio all’interno del Museo di Ca’ Pesaro a Venezia, provocato dal mal funzionamento della cabina elettrica. Mentre oltre 100 sono state le richieste alle quali hanno risposto i pompieri durante la notte.