Una serra di marijuana fa trabballare la poltrona del presidente serbo, Aleksandar Vučić, da un anno già nel mirino del movimento “Uno di 5 milioni”. Oggi, alle accuse di autoritarismo che gli muove la piazza, si aggiunge quella di coinvolgimento in un traffico di stupefacenti.
Tutto è nato dopo il ritrovamento di piante di marijuana in una fattoria del Paese, che era stata appena visitata da alcuni esponenti del governo. Secondo l’opposizione, dopo l’arresto il proprietario ha chiamato il fratello del presidente.
“Voglio annunciarvi che ho appena sporto denuncia nei confronti di Aleksander e Andrei Vučić a titolo personale – ha annunciato il sindaco della città di Novi Sad e suo avversario politico, Milos Vučević – I fratelli Vučić sarebbero coinvolti nella coltivazione di oppiacei in una fattoria della Jovanica. É una notizia inquietante e nessuno dovrebbe restare indifferente. I cittadini devono conoscere la verità ed esorto le autorità a far sì che questo avvenga rapidamente.
In seguito alle proteste di Belgrado e alle accuse dell’opposizione sull’agibilità democratica del Paese, in Serbia è iniziato un processo di mediazione, supportato dagli inviati Parlamento europeo. I partiti di minoranza non vogliono andare alle urne – dicono – fino a che non ci sarà la garanzia di elezioni eque e trasparenti.