La Sea Watch 3 torna in mare. Il tribunale di Palermo ha accolto il ricorso presentato dalla ong tedesca e ha disposto il dissequestro dell’imbarcazione. A comunicarlo attraverso i canali social è stata la stessa Sea Watch.
“Abbiamo vinto il ricorso al Tribunale Civile di Palermo: la SeaWatch 3 è libera! Dopo oltre 5 mesi di blocco nel porto di Licata, ci prepariamo a tornare in mare. La giustizia trionfa sul (ex) Decreto Sicurezza bis”, si legge nel tweet.
L’imbarcazione era bloccata da oltre cinque mesi nel porto di Licata per aver violato il divieto di ingresso in acque italiane previsto dal decreto sicurezza bis approvato dal precedente governo.
Protagonista della vicenda era stata Carola Rackete. Il 12 giugno la nave guidata dalla 31enne capitana tedesca aveva soccorso decine di migranti al largo delle coste libiche. Dopo 17 giorni in mare Rackete aveva deciso di forzare il blocco della Guardia di Finanza – speronando una delle imbarcazioni – e di attraccare nel porto di Lampedusa.
Un atto per il quale la capitana della nave era stata arrestata con l’accusa di “resistenza o violenza contro nave da guerra”, mentre la nave era stata messa sotto sequestro probatorio.
Lo scorso 25 settembre la procura di Agrigento aveva notificato il dissequestro probatorio, ma la nave era rimasta sotto sequestro amministrativo (oltre a ricevere un multa di 16.999 euro) sulla base della reiterazione del reato di ingresso in acque territoriale (fattispecie poi eliminata da un emendamento prima della conversione in legge).
Dopo l’ingresso in acque italiane avvenuto il 26 giugno, due giorni dopo la Sea Watch aveva deciso di gettare l’ancora e sostare davanti a Lampedusa, in attesa di ricevere istruzioni sul da farsi. Questo comportamento era stato interpretato dalla procura come una reiterazione del reato. L’ong aveva definito quest’interpretazione “faziosa” e “distorta” e aveva deciso di presentare ricorso.