Tentato golpe al parlamento venezuelano

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Alta la tensione in Venezuela con il rischio di nuove dure proteste di piazza. Al Presidente del parlamento Juan Guaidó è stato prima impedito l’accesso all’Assemblea Nazionale dove contava di farsi rieleggere e poco dopo un deputato rivale, Luis Parra, si è proclamato presidente del Parlamento con la polizia governativa che ha impedito l’ingresso nell’emiciclo di molti deputati del gruppo maggioritario d’opposizione scatenando forti tensioni all’esterno dell’assemblea parlamentare.

Vigoroso scontro parlamentare

Parra ha annunciato la sua decisione insieme ai deputati Franklyn Duarte e José Gregorio Noriega, presentati come i suoi vice, con l’appoggio di altri parlamentari dell’opposizione, ma non di quelli che sostengono il presidente uscente Guaidó. In suo favore avrebbero votato invece tutti i 44 deputati del gruppo ‘chavista’ del presidente Nicolas Maduro che da settembre sono tornati a partecipare ai lavori parlamentari.

Scontri già all’esterno dell’edificio

Per tutto il pomeriggio l’esterno dell’edificio che ospita l’Assemblea è stato teatro di forti tensioni per l’azione delle polizia governativa che ha impedito l’ingresso nell’emiciclo di molti deputati dell’opposizione che intendeva far rieleggere il presidente uscente Guaidó per un altro anno. Per facilitare il raggiungimento del quorum in dicembre l’Assemblea aveva approvato una modifica del regolamento in base a cui le decine di deputati che si trovano in clandestinità, in sedi di ambasciate o all’estero, avrebbero potuto partecipare alla votazione per via telematica. Una risoluzione subito dichiarata incostituzionale dal Tribunale supremo di giustizia (Tsj), che risponde a Maduro.

La forte reazione di Guaidó

Le parole di Guaidó sono state lapidarie definendo l’accaduto ‘un golpe contro il Parlamento realizzato in associazione con la dittatura, avvenuto con il sequestro di un gruppo di deputati, senza quorum e privo di qualsiasi legalità costituzionale’.

La feroce lotta politica venezuelana

Per capire quanto accaduto si deve sottolineare che i quattro partiti più importanti all’interno del Parlamento (Voluntad Popular, Primero Justicia, Acción Democrática y Un Nuevo Tiempo), raccolti nel cosiddetto G4, hanno cercato di forzare una riconferma di Guaidó. Un accordo delle opposizioni firmato nel 2016 prevedeva una rotazione annuale alla presidenza, che nel 2020 sarebbe dovuta andare alla minoranza interna. Però una eventuale perdita di questa carica da parte del presidente uscente avrebbe comportato automaticamente anche l’impossibilità di mantenere la sua attuale condizione di autoproclamato presidente della repubblica ad interim, riconosciuta da 56 Paesi del mondo.

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