Quali sono i passaporti più potenti nel 2020? Italia al quarto posto

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Il passaporto italiano si conferma anche nel 2020 ai primi posti dell’Henley Passport Index, l’indice che misura quali sono i passaporti più potenti in base al numero di Paesi in cui i titolari possono entrare senza bisogno di visti particolari.

Per il terzo anno consecutivo il Giappone occupa il primo posto della classifica: il passaporto nipponico consente ai suoi possessori di entrare in 191 Paesi senza chiedere prima il visto o con un semplice visto all’arrivo. Al secondo posto Singapore (190), seguita al terzo da Corea del Sud e Germania (189).

L’ascesa dei passaporti asiatici

La classifca 2020 ha visto l’ascesa dei passaporti asiatici. Paddy Blewer, membro di Henley & Partners, la società di consulenza di cittadinanza e residenza globale che stila ogni anno la classifica, ha spiegato a Euronews che il potere di un passaporto è un indicatore della salute “delle relazioni diplomatiche e commerciali e dello status di uno Stato sovrano”.

La classifica del 2020 pertanto riflette la crescente importanza a livello globale di Paesi come Giappone, Singapore e Corea del Sud sul piano delle relazioni politiche e commerciali.

Blewer ha sottolineato come negli ultimi anni questi tre Paesi abbiano colmato il gap con nazioni come la Germania e la Finlandia. Tuttavia “se si guarda ai numeri, negli ultimi 10 anni, il numero di Paesi a cui possono accedere alcuni dei membri del G7 come Germania, Stati Uniti e Regno Unito non è cambiato in modo significativo”.

Si può dire quindi che i passaporti occidentali non hanno perso potere, ma che semplicemente è aumentato il numero dei Paesi visitabili con alcuni passaporti asiatici.

Gli Emirati Arabi Uniti sono il Paese che ha guadagnato più posizioni in classifica – 47 – negli ultimi 10 anni grazie alla crescita economica e alla crescente importanza globale sul piano commerciale e geopolitico.

Anche se non è ancora arrivato nella top ten, ora è al 18° posto con un punteggio di 171. Motivo per cui altri Paesi si sono detti disponibili a concedere ai suoi cittadini l’esenzione dal visto. “È stata una tendenza continua – dice Brewer -. Il successo degli Emirati Arabi Uniti è basato in gran parte sull’internazionalizzazione di alcuni dei suoi emirati, diventati centri globali per affari e commercio. Non vediamo alcuna ragione per cui questo debba cambiare”.

Il declino di Usa e Regno Unito

Sebbene sia Stati Uniti che Regno Unito rimangano nella top ten, il loro ottavo posto rappresenta comunque un calo significativo rispetto al primo posto che occupavano nel 2015.

I cittadini di Stati Uniti e Regno Unito possono viaggiare in 184 Paesi senza dovere chiedere un visto prima di fare le valige.

Dopo la vittoria schiacciante dei conservatori di Boris Johnson alle recenti elezioni resta incerto il futuro della mobilità e della libertà di spostamento tra Regno Unito e Unione europea.

Per Blewer “non si sa ancora se il passaporto britannico perderà potere con l’entrata in vigore della Brexit. Tuttavia ci sono segnali che indicano che i cittadini britannici sono preoccupati per l’esenzione dall’obbligo del visto. Nell’ultimo anno c’è stato un aumento massiccio delle richieste di cittadinanza irlandese, la stragrande maggioranza dei quali da parte di cittadini britannici”.

Stando a Simone Bertoli, professore di economia all’Université Clermont Auvergne (CERDI) in Francia, i Paesi di tutto il mondo continuano a dire che stanno facendo di tutto per attirare le menti “migliori e più brillanti”, ma i fatti mostrano un quadro diverso.

“Nell’ultimo anno – dice Bertoli – si è aperto un preoccupante divario tra politica e retorica per quanto riguarda il tema della migrazione dei talenti. Il lento miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro dopo la crisi del 2008 e la concomitante ascesa dei nazionalismi sta rafforzando la percezione dell’immigrazione come una minaccia piuttosto che come un’opportunità”.

E i passaporti di categoria più bassa?

All’altro estremo dello spettro non è cambiato molto per i passaporti di categoria inferiore. Pakistan, Siria, Iraq e Afghanistan occupano gli ultimi posti della classifica. I cittadini afghani possono viaggiare solo in 26 Paesi senza doversi preoccupare del visto.

“È abbastanza difficile perdere l’esenzione dal visto, ma una volta persa è molto più difficile riguadagnarla”, spiega Blewer, aggiungendo che gli Stati richiedono “un periodo prolungato di pace, ricostruzione, riconciliazione e reintegrazione con il sistema internazionale globale prima di prendere in considerazione la concessione dell’esenzione”.

Chi salirà in classifica nei prossimi anni?

“Il cambio di status di un Paese – spiega Brewer – è la premessa indispensabile all’ascesa di un passaporto in classifica”.

Il Montenegro è uno dei Paesi che si prevede salirà nei prossimi anni, dato che ha il govero ha annunciato l’avvio di un programma che prevede la concessione della cittadinanza agli stranieri che investiranno nel Paese.

Il motivo per cui questo è particolarmente interessante in termini di valore del passaporto è che il Montenegro fa parte dell’area di viaggio Schengen. Ciò significa che, anche se non fa parte del trattato di Schengen, i titolari di un visto Schengen possono entrare nel Paese senza dover richiedere un visto.

In secondo luogo è un paese candidato all’adesione all’Unione Europea e si prevede che soddisfi tutti i requisiti nel giro di pochi anni.

“Una volta che questo accadrà, l’economia del Montenegro crescerà, diventerà più stabile, si impegnerà a rispettare lo stato di diritto – dice Blewer -. Se si mettono insieme tutte queste cose, il passaporto salirà in classifica”.

Blewer si aspetta anche che Paesi come la Macedonia del Nord, Bosnia Erzegovina e l’Albania salgano nella classifica negli anni a venire, poiché “quegli Stati hanno fatto le necessarie mosse di politica interna e internazionale per integrarsi meglio nel sistema internazionale globale”.

Si può acquistare un passaporto più potente?

Più della metà delle nazioni del mondo ha, come il Montenegro, programmi per la concessione della cittadinanza attraverso gli investimenti. Tra questi, secondo Brewer, ci sono Malta e Cipro. L’Austria non ne è dotata, ma la sua costituzione austriaca che si possa acquisire la cittadinanza austriaca attraverso determinati programmi di investimento.

Cipro, ad esempio, offre la cittadinanza nel caso vengano investiti almeno 2 milioni di euro sul mercato immobiliari. Nel 2014 nel mondo sono stati spesi circa 2 miliardi di dollari per l’acquisto di nuove nazionalità.

L’interesse ad ottenere la cittadinanza attraverso uno di questi tipi di programmi “è globale – sottolinea Blewer – anche se in generale le richieste provengono da Stati dove il potere dei passaporti è limitato”.

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