I 30 gradi toccati in Lapponia in estate o i 41 in Australia solo poche settimane fa non sono un caso, ma estremi di una tendenza che viene certificata, nero su bianco, dai dati di lungo periodo della Nasa. Per l’agenzia spaziale il decennio che si è appena concluso è il più caldo mai registrato. Gli anni di picco sono il 2019 e soprattutto nel 2016, per effetto del Niño, un anomalo surriscaldamento delle acque che si verifica periodicamente nel Pacifico centrale.
L’uomo è la causa principale
“Siamo in grado di distinguere l’impatto dei gas serra e della deforestazione per isolare i cambiamenti che sarebbero avvenuti senza di noi, limitandoci agli effetti del ciclo solare, dei vulcani, dei cambiamenti orbitali – dice Gavin Schmidt, del Goddard Institute for Space Studies – Quello che emerge è una discrepanza enorme”.