Spintoni, calci, schiaffi, insulti e ingiurie: sequestrata casa di riposo lager in Sicilia, 6 arresti

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La Guardia di finanza ha sottoposto a sequestro una casa di riposo lager in Sicilia, a Palermo, arrestando 6 donne accusate a vario titolo di maltrattamenti ai danni di anziani, bancarotta, riciclaggio e autoriciclaggio.
Attraverso telecamere nascoste, gli investigatori hanno documentato decine di episodi con violenze fisiche e psicologiche nei confronti degli ospiti della casa di riposo: spintoni, calci e schiaffi accompagnati da insulti e ingiurie. I maltrattamenti avrebbero indotto alcuni anziani perfino ad atti di autolesionismo.
In poco più  di due mesi sono state registrate, spiegano gli inquirenti, “decine e decine di condotte ignobili di maltrattamento in danno di persone fragili e indifese“. Continue le offese e minacce: “Se tu ti muovi di qua io ti rompo una gamba cosi la smetti, o zitta, muta“; “Devi morire, devi buttare il veleno là“, “Per quanto mi riguarda può crepare“.

Gli anziani ospiti della casa di riposo “Aurora” saranno sottoposti anche a controlli medici dato che all’interno della struttura non sono mai state adottate le procedure per il contenimento del coronavirus. Le indagini dei militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria sono state coordinate dalla procura. Contestualmente all’emissione dei provvedimenti di custodia cautelare in carcere, il gip ha disposto il sequestro preventivo della società che gestisce la casa di riposo, al centro di un complesso giro di fallimenti pilotati per un passivo di circa un milione di euro. Da qui l’accusa di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio.

Secondo quanto emerso dalle indagini, come fa sapere la Guardia di finanza, “al vertice del disegno criminale vi era Maria Cristina Catalano, classe 63, già referente delle precedenti società fallite, nonché amministratrice di fatto della compagine che gestisce attualmente la casa di riposo, coadiuvata da Vincenza Bruno, classe 85, e dalle altre dipendenti Anna Monti, classe 67, Valeria La Barbera, classe 92, Antonina Di Liberto, classe 65, e Rosaria Florio, classe 78“. Secondo i finanzieri “Di Liberto risulta inoltre inserita in un nucleo familiare percettore del reddito di cittadinanza (799 euro al mese dal maggio 2019) ottenuto però con dichiarazioni mendaci e per questo è stata denunciata anche per tale fattispecie illecita in concorso con il compagno, effettivo richiedente il beneficio“.

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