Coronavirus, Sileri: “abbiamo 14 giorni per organizzare la Fase 2”

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Ore 8.57 – Abbiamo 14 giorni per organizzare bene la Fase 2 del 4 maggio. Così il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri in un’intervista al Fatto Quotidiano, in cui osserva: “Abbiamo già riaperto le librerie. Dobbiamo ridurre il rischio di nuovi contagi che riempirebbero di nuovo le terapie intensive. Userei i 14 giorni fino al 4 maggio per questa complessa fase organizzativa”; e sui locali pubblici dice: “Dipende dal tipo di locale. Il Comitato tecnico scientifico sta valutando i rischi, distinguendo per classi di rischio. Per ultimi cinema e teatri. Ma tante aziende anche piccole possono riprendere”.

Ore 4.40 – Sono oltre 154mila le vittime di coronavirus al mondo, e più di 3 milioni 550mila casi. E’ la più recente stima della John Hopkins University, che vede la triste classifica guidata dagli Usa (37mila morti e 700mila casi), seguiti da Italia (22.700 decessi e 170 mila contagi) e Spagna (20mila morti e 190mila contagi).

Ore 4.08 – Il numero dei contagiati da coronavirus in America Latina ha raggiunto stanotte quota 90.059, dei quali 4.247 sono morti. E’ quanto emerge da una statistica elaborata dall’ANSA sulla situazione esistente in 34 nazioni e territori latinoamericani. In appena tre giorni la regione è passata da 80.120 contagi e 3.364 morti, al bilancio odierno. Il Brasile continua a essere il primo Paese nella regione per numero di casi e di deceduti, registrando oltre un terzo dei positivi dell’America Latina con 32.682 casi confermati, e la metà delle vittime, pari a 2.141.

Ore 3.57 – Gli Stati Uniti hanno superato i 700.000 casiconfermati di coronavirus. Si apprende dal report della Johns Hopkins University. In Usa si registra il maggior numero di contagi e di decessi al mondo: 700.282 i casi, 36.773 le morti (+3.856 nelle ultime 24 ore).

Ore 1.44 – “Alcuni Stati sono stati troppo duri” con le loro misure restrittive contro il coronavirus: così Donald Trump ha risposto ad una domanda sui suoi tweet in cui ha sollecitato la “liberazione” di alcuni Stati guidati da governatori dem, come il Minnesota, il Michigan e la Virginia. Tweet che secondo alcuni governatori, come quello di Washington, alimentano proteste di massa come quelle dei giorni scorsi.

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