A Parigi vedere una strada affollata ormai è frequente. Dopo settimane di confinamento i cittadini scalpitano per uscire di casa. Stretti tra la necessità e la paura di ripartire i governi di Francia, Spagna, Italia lavorano al come, sapendo che ogni sbaglio è fatale.
Il primo ministro francese Edouard Phillippe questa domenica ha avvertito: “Guardate che non torneremo alla vita di prima per molto tempo”. Non ha annunciato task force ma un dibattito parlamentare, a giorni, per decidere come proseguire. Ha aggiunto che nella fase due forse sarà obbligatoria una mascherina sui mezzi pubblici.
Notre vie à partir du 11 mai, ce ne sera pas notre vie d’avant. Nous allons apprendre progressivement à organiser notre vie collective avec ce virus. #COVID19
— Edouard Philippe (@EPhilippePM) April 19, 2020
Le protezioni, cruciali nella fase 2
Le protezioni sono un tema cruciale anche in Gran Bretagna, Paese che invece è ancora nel tunnel più nero: “Dobbiamo essere fiduciosi che la capacità di test e l’approvvigionamento di protezioni siano garantiti, con forniture che coprano non solo la domanda giornaliera ma quella futura”, ha cercato di rassicurare il ministro dell’educazione ma la situazione è seria: In Gran Bretagna i pronto soccorso sono al collasso, i medici con le protezioni che scarseggiano minacciano di abbandonare il servizio e il Paese ancora conta troppi morti: 596 nelle ultime 24 ore, le scuole non riapriranno per tutta l’estate.
Anche in Italia ci sono ancora 433 vittime in 24 ore, ma l’aumento dei nuovi contagi è in stabile ribasso. Per il governo, che cerca di frenare spinte centrifughe nelle riaperture, ora, oltre alla salute dei cittadini la principale preoccupazione è il sostegno europeo al debito. Nel giorno in cui la barra dei morti nel vecchio continente supera 100mila il primo ministro Giuseppe Conte afferma al Sueddeutsche Zeitung: “Il Mes ha una brutta fama, non dimentichiamo la Grecia”.