Non sveliamo un segreto dicendo che nelle carceri circoli droga i cui introiti hanno la loro importanza. Nella sola Campaniasono oltre quattrocentomila euro le perdite delle organizzazioni criminali che gestiscono la droga nelle carceri. Asostenerlo è AldoDiGiacomo segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria S.PP.: “a Napolivi è il sospetto che un’unica organizzazione criminale gestiscal’intero traffico di droga nelle carceri, che è sicuramente ilpiù importante della regione. Si stima che quasi l’80% del fatturatoprovenga dalle due carceri napoletane. Parliamo di cifre sicuramente importanti che in questo periodo di coronavirus sono venutemeno. Se fosse vero che i proventi della vendita di sostanze all’interno del carcere sianoriutilizzati per finanziarei conti degli appartenentialle organizzazionifiniti in galera e alle loro famiglie, si capirebbe facilmente l’aspettativa riposta sull’apertura dei colloqui che senza dubbi costituiscono un momento importante per far entraresostanze all’interno delle strutture. Non è facile avere una stima precisa dei guadagni per staccio di droga nelle carceri Italiane,maparliamosicuramente di diversimilioni di euro annui”. ContinuaDi Giacomo: “appare evidente che una lotta seria alla criminalità continui anche in carcere, dove negli ultimi anni le organizzazioni hanno preso in pieno potere gestendo i loro traffici internie riuscendo a gestire anche quelli esterniconsideratala facilità con la qualeriescanoa comunicare con l’esterno. Speriamo che il nuovo pool di magistrati a Capo del D.A.P. riescano a centrare la loro attenzione anche su questi problemi e non solo sulla scarcerazione di pericolosi detenuti che sono sicuramente parte importantedi un sistema che non funzione ma non l’unico. Sarebbe ora di iniziare a spalmare i colloqui su tutta la settimana in modo da poter effettuareun controllo capillare su tutti i familiari mettendo a disposizione della polizia penitenziaria impegnatanei controlli di strumenti che rilevino il contatto con stupefacenti come avviene negli aeroporti. Limitare l’ingresso di prodotti nonfacilmentecontrollabili, maprima di tutto aumentare le pene al di sopra di 4 anni nel minimo per chiintroduce o cerca di introdurre sostanzestupefacenti all’interno degli istitutipenitenziari. La droga non è solo fonte di guadagli e di rovina per chi la usa ma anche segno della forza dell’organizzazionecriminale”. Ultimo ma non ultimo l’introduzione di un reato specifico per chicerca o introduce telefonini in carcere. Solo nell’ultimo anno sono stati ritrovati circa 2600 telefonini, conclude Di Giacomo.