Da qualche giorno Nello Musumeci, Presidente della Regione Sicilia, ha emanato una particolare ordinanza che prevede l’apertura delle discoteche a partire dal prossimo 8 giugno, scatenando di conseguenza dei pareri contrari da parte dell’opinione pubblica, che vede tale decisione inappropriata per via di possibili assembramenti. Una critica decisamente giustificata, che è stata sostenuta e portata avanti anche dall’Associazione “We Now Organization e dall’Associazione culturale Milazzo Giovane, che conoscendo il mondo delle discoteche, sanno già in partenza che non ci sono le condizioni per poter applicare le norme di sicurezza necessarie per garantire la salute del prossimo.
Ecco il comunicato stampa:
“Abbiamo appreso con grande stupore, dall’ultima ordinanza del Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, emanata il 17 maggio in recezione del precedente decreto nazionale, che dall’otto giugno sarà consentita l’apertura delle discoteche. La parte dell’ordinanza in questione è l’articolo 9. Questa disposizione ha, dal nostro punto di vista, dell’incredibile. Innanzitutto perché vengono messe sullo stesso piano le discoteche con cinema e teatri. Quando, invece, è chiaramente impossibile un paragone. Le discoteche che conosce la nostra generazione non hanno niente a che vedere con un teatro o un cinema. Sono posti di concentramento e, quindi, d’inevitabile assembramento. Per questo, non riteniamo possibile paragonare un posto che presenta postazioni numerate, nel quale la gente si siede e resta ferma per ore a guardare un film o uno spettacolo con una discoteca. Se poi il presidente ha un’idea di discoteca tutta sua, siamo lieti per lui. Ma noi ben sappiamo, ed abbiamo avuto modo di constatare, avendo organizzato per anni nel settore, che le discoteche, come sono intese e percepite oggi, non si prestano assolutamente ad alcun tipo di possibile misura di sicurezza anti contagio. Nessuna.
La seconda cosa, di questa parte dell’ordinanza, che per noi ha dell’incredibile, è il messaggio che da questa sta provenendo. Ciò anche grazie all’enorme risonanza mediatica che queste tre righe stanno avendo a livello non soltanto regionale. Non è possibile, in una società nella quale una buona parte dei giovani pensa soltanto o prevalentemente al divertimento, anche in una situazione eccezionale e delicata che sicuramente passerà alla storia, dare priorità a questo tipo di attività rispetto alla prevenzione, in quanto la “discoteca” non costituisce unica ed irrinunciabile fonte di divertimento. Non è responsabile permettere di far passare il messaggio che tutto possa tornare, in qualche modo, come prima. Da un giorno all’altro. Non è così. Non sarà così.
Per le motivazioni sopra espresse, e con sei mani sulla coscienza, noi, rappresentanti delle associazioni “We Now Organization” e Associazione Culturale “Milazzo Giovane”, ci dissociamo totalmente da qualsiasi intervento o volontà volta a ripristinare un’attività il quale esercizio risulti, chiaramente, sensibile dal punto di vista degli enormi rischi che potrebbe comportare nell’ottica del contrasto alla diffusione del Covid-19.
Quella della discoteca è un’attività che, dovrà evidentemente ripartire, ma con calma, e senza notevoli stravolgimenti. In tempi sicuramente migliori.
Abbiamo fin dalla nostra nascita contribuito allo sviluppo della movida milazzese in tutte le sue forme. Abbiamo organizzato qualsiasi tipo di “assembramento”. Tornei, serate in discoteca, serate musicali, spettacoli teatrali di cabaret. Ma, in questa situazione, riteniamo opportuno sospendere le nostre attività per tutta la durata dello stato emergenziale e, comunque, fino a data da destinarsi.
In compenso, vogliamo fare un appello alle centinaia di giovani che da anni ci seguono nelle nostre attività. Ci rivolgiamo loro chiedendoli di partecipare alla prossime iniziative che proporremo, che saranno prettamente di carattere sociale. Perché in un periodo come questo e al fine della ripartenza, c’è bisogno dell’aiuto e del lavoro di tutti. Speriamo di mobilitare un gran numero di coscienze, di ragazzi. Proprio come avevamo di solito fatto, prima di un nostro qualsiasi evento.”