E’ in arrivo la temuta stretta della Cina su Hong Kong, una mossa “a tutela della sicurezza nazionale” volta a frenare le rivendicazioni autonomiste della città Stato. La nuova legge, la cui bozza è stata depositata al Congresso nazionale del popolo, sanzionerà secessione, eversione contro lo Stato, terrorismo e interferenze straniere, diventando operativa con la sua aggiunta all’Allegato 3 della Basic Law, la mini Costituzione locale. La mossa supererebbe lo scrutinio del parlamentino dell’ex colonia e spianerebbe la strada all’apertura nella città di un Ufficio sulla sicurezza nazionale di Pechino, senza le autorizzazioni che devono essere richieste al governo locale.
Parlando al Congresso nazionale del popolo, il premier Li Keqiang ha affermato che l’obiettivo è “istituire solidi sistemi giuridici e meccanismi di applicazione per salvaguardare la sicurezza nazionale nelle due regioni amministrative speciali (Hong Kong e Macao, ndr) e vedere i governi delle due regioni adempiere alle loro responsabilità costituzionali”.
La Cina seguirà “i principi e le politiche di riferimento” su Taiwan, opponendosi “con fermezza” e dissuadendo “qualsiasi attività separatista in cerca dell’ indipendenza”. Il premier ha assicurato che saranno “migliorate le disposizioni, le politiche e le misure istituzionali per incoraggiare gli scambi e la cooperazione tra le due parti dello stretto di Taiwan. Li incoraggeremo – ha aggiunto – a unirsi a noi e a opporsi all’indipendenza e nella promozione della riunificazione della Cina”.
Il governo di Taiwan chiede alla Cina di evitare “grandi turbolenze” a Hong Kong. Il Consiglio per gli affari continentali di Taipei, in una nota, ha definito “sbagliato” il comportamento del Partito comunista di incolpare le influenze esterne e “i separatisti dell’indipendenza di Hong Kong” per l’instabilità nella città, sottolienando le ripercussioni sugli assetti regionali. La norma è destinata a scuotere alle fondamenta il modello “un Paese, due sistemi”, che regola attualemnte i rapporti tra Hong Kong e Pechino, e a creare altra tensione nell’ex colonia con un nuovo round di prevedibili proteste del fronte anti governativo e pro democrazia.
La Cina a Usa, reagiremo se ‘oppressi’ su Hong Kong – La Cina è contro le interferenze straniere su Hong Kong, dato che nessun Paese consentirebbe alle forze separatiste di mettere in pericolo la sicurezza nazionale. Rispondendo alle critiche Usa sull’ex colonia, il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian ha detto che Pechino “cerca cooperazione e dialogo” con Washington, ma reagirà se gli Usa tenteranno “di opprimere” la Cina. Pechino si avvia a imporre a Hong Kong una nuova legislazione sulla sicurezza nazionale, suscitando allarme tra gli attivisti che temono un’altra perdita di autonomia della città.
Hong Kong crolla su timori Cina, chiude a -5,56% – La Borsa di Hong Kong affonda sui timori della nuova legge della Cina sulla sicurezza nazionale nell’ex colonia britannica, in via di approvazione al Congresso nazionale del popolo: l’indice Hang Seng cede il 5,56% e termina a ridosso dei minimi intraday, a 22.930,14 punti.