In ricordo dei caduti della strage

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Viareggio –  Tutti ripetiamo che “è passato un mese” ma non è vero: è già più di un mese. E le ferite non si chiuderanno. Mai. La strage della stazione ce la porteremo tutti dentro lo stomaco, nei pensieri, nel cuore e sulle spalle. Non ce ne separeremo. Sarà importante seguire due macchine, prima avviarsi e poi procedere spedite: quella della ricostruzione e quella della giustizia. Ieri davanti alla Croce Verde ci sono stati commossi applausi e seri silenzi. È stata inaugurata una nuova ambulanza, dalla Saint Gobain. C’erano il sindaco Luca Lunardini e l’assessore regionale Enrico Rossi. Sul parabrezza hanno messo una coccarda tricolore. I binari della morte sono lì, a pochi metri. Milziade Caprili ha lanciato un messaggio alla magistratura. «Fate alla svelta – ha detto l’ex vicepresidente del Senato, che guida proprio la Croce Verde – perchè la città vuole sapere chi deve maledire ogni giorno». Quante persone stanno lavorando all’indagine, quanti precisamente sono impegnati mattina e sera per conto della Procura su una vicenda da 28 morti e molti feriti, che ha distrutto case e anime? Speriamo che siano una moltitudine. Vogliamo che siano tanti. Il giardino del pianto non accenna a sfiorire; lungo la via Aurelia striscioni, fiori, dediche. Continuano i grandi eventi, le piccole idee. Mario Monicelli, alla festa di Liberazione, firma la petizione che chiede le dimissioni dell’amministratore delegato delle Ferrovie, Mauro Moretti, quello che ha detto «Quando c’è un incidente, sembra che caschi il mondo». Sembra. Oggi è un mese dalla scomparsa di Sara Orsi, una delle 28 vittime (nel triste elenco figura anche sua madre, Roberta). Alcune sue amiche hanno organizzato stasera al Sars in Darsena (zona piscina) una cena di beneficenza.

Fabrizio Brancoli, da “Il Tirreno”, agosto 2009

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